Roma – Fatturazioni “dilazionate”, blocco dei pagamenti, sconti mascherati: di tutto, di più. L’entrata in vigore dell’articolo 62, norma che rivoluziona i rapporti fra industria e distribuzione, sta innescando reazioni di vario genere e tipo. Da una parte ci sono le grandi catene che, finora, non hanno modificato la loro operatività. Dall’altra strutture distributive minori e piccole/medie realtà locali stanno facendo pressing sui fornitori per limitare la portata dei cambiamenti innescati dalla nuova normativa. Ed è sul fronte della fatturazione e quindi dai tempi di pagamento che sta scoppiando la bagarre. Il grido d’allarme arriva da Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi) e da UnionAlimentari (Unione nazionale della piccola media industria alimentare). In due distinti comunicati, le associazioni di categoria lamentano richieste di fatture riepilogative da parte dei clienti, con spedizione i primi giorni del mese successivo. Tale pratica comporterebbe un allungamento dei termini di pagamento che passerebbero da 30 giorni a 75 e oltre. Ma attenzione! Tale comportamento si potrebbe configurare come pratica sleale. In palese violazione della legge. E quindi passibile di denuncia all’Antitrust. Che potrebbe attivare una serie di controlli, anche attraverso la Guardia di Finanza, col rischio di sanzioni che vanno da 516 a 3.000 euro per ogni singola violazione. Ma non sono solo le catene a imporre fatture differite. Segnalazioni giungono anche dal versante dell’industria. Con fornitori che attendono anche cinque mesi per poter incassare i corrispettivi. Ritornando alla distribuzione, abbiamo ricevuto mail e telefonate di fornitori che ci raccontano di sconti in fattura che verrebbero richiesti come “premio” liquidità. Con percentuali che vanno dallo 0,5 addirittura all’1%. Da ultimo vale la pena rilevare anche il blocco dei pagamenti da parte di alcune catene di Gd con questa motivazione: “Adeguamento del calcolatore alle nuove modalità introdotte dall’articolo 62”.
(AF)
