Milano – Parla di Coop, ma anche delle riforme del Governo Monti e dei “mali” del nostro Paese. E’ Bernardo Caprotti, gran patron di Esselunga, in un’intervista rilasciata a Panorama.it, on line oggi. La recente sentenza dell’Antitrust, Caprotti la considera come la conferma di quanto già denunciato, in passato, con “Falce e carrello”. In merito alle difficoltà che un’impresa deve affrontare nel Bel Paese, non esita a ribadire che Esselunga è costretta a pagare tasse di gran lunga superiori a quelle di Mercadona in Spagna o di Morrison in Gran Bretagna. E sempre in tema di distribuzione torna sul tema delle liberalizzazioni degli orari – che si sono rivelate un flop, per i continui ricorsi da parte dei comuni, delle province e delle regioni. E ancora non esita a criticare la mole di impiegati del pubblico. E dei costi che questi comportono. Il problema dell’Italia, in sintesi, è culturale: la nostra cultura, cioè, sembra ostacolare un’idea di persona e di società in cui l’individuo possa realizzare le sue aspirazioni e i suoi piani imprenditoriali. (NC)
