Cavit: la nomina dei nuovi vertici scatena un polverone mediatico

2018-10-24T13:35:11+01:0024 Ottobre 2018 - 14:30|Categorie: Vini|

Trento – La nomina dei nuovi vertici di Cavit – consorzio trentino che riunisce 13 cantine sociali del territorio, 7mila ettari vitati e 4.500 soci viticoltori – ha scatenato un autentico polverone mediatico. Dopo un esercizio fiscale chiuso con performance in crescita (+4,4% nel fatturato, che ha superato quota 190 milioni di euro), la riconferma di Bruno Lutterotti alla guida della realtà del vino trentina era, da molti, data per scontata. Ma la recente assemblea dei soci ha optato per un ricambio, eleggendo alla presidenza Lorenzo Libera, numero uno della Cantina sociale di Avio. Secondo la stampa locale trentina, pare che Lutterotti abbia pagato la sua volontà d’imporre il tema della sostenibilità ambientale nella produzione, non condiviso da tutta la base sociale. Ma il neo presidente Libera ha replicato alle voci segnalando la conferma dell’ex presidente nelle vesti di consigliere all’interno del Cda di Cavit e parlando di “un ingiustificato scalpore all’insegna di un personalismo eccessivo”. Il nuovo numero uno ha, inoltre, ricordato l’impegno di Cavit nei confronti della viticoltura sostenibile, “iniziato fin dal 2010 con il lancio del progetto Pica”. In merito alla vicenda, da citare anche il commento del quotidiano online Trentino, che ha tirato in ballo l’elezione di Marina Mattarei, numero uno di Famiglia Cooperativa Vallate Solandre, alla presidenza della Federazione Trentina della Cooperazione e dello stesso Lutterotti a vicepresidente vicario. Il giornale parla di presunti “giochi di potere” collegati alle nomine al vertice dell’organizzazione di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del movimento cooperativo della provincia di Trento, riferendo: “Sembra che Melinda volesse da tempo quella poltrona per Michele Odorizzi, che pure siede nel Cda della Federazione. […] Poi, però, le varie alchimie hanno portato Lutterotti alla vicepresidenza. E questo ha scatenato all’interno della cooperazione una serie di sordi rancori, una specie di effetto domino, che hanno contribuito alla caduta del presidente (di Cavit, ndr) dopo appena tre anni di mandato”.

 

Da sinistra: Diego Coller, vice presidente, Enrico Zanoni, direttore generale, e Lorenzo Libera, nuovo presidente di Cavit.

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