Crisi Ferrarini: scende in campo Sigma Alimentos?

2019-09-13T11:18:22+02:0013 Settembre 2019 - 11:18|Categorie: Carni, Salumi|Tag: , |

Reggio Emilia – Nuova puntata del ‘Ferrarini gate’, una vicenda che sembra non finire mai. Sino a prima di agosto i giochi sembravano fatti. Da una parte Amadori che ha già depositato un piano di rilancio per Vismara, dall’altra il Gruppo Pini in predicato per l’acquisizione di Ferrarini. Nel primo caso la famiglia sarebbe stata estromessa, nel secondo avrebbe avuto una posizione defilata.

Ma una notizia bomba – pubblicata sul nostro sito alimentando.info ai primi di settembre – sembra rimettere tutto in gioco: l’assemblea dei creditori Vismara, prevista per il 22 ottobre, slitta al 22 gennaio. E, notizia di oggi, anche quella di Ferrarini è stata spostata al 28 febbraio. I tre mesi di proroga sono stati chiesti e ottenuti dalla famiglia e, stando a fonti solitamente bene informate, nascondono malumori delle banche. Soprattutto Intesa Sanpaolo vorrebbe che l’acquisizione sia appannaggio di un player unico in grado di rilevare sia Ferrarini sia Vismara.

Già, ma chi? Fonti solitamente bene informate indicano in Sigma Alimentos, multinazionale messicana, già proprietaria in Italia di Fiorucci, il possibile nuovo cavaliere bianco. Un colosso da 6,3 miliardi di dollari di fatturato, con stabilimenti in 18 paesi, che dà lavoro a oltre 45mila persone di 60 nazionalità diverse. Nel 2018 ha prodotto 1,8 milioni di tonnellate di cibo, in particolare carni, salumi e prodotti lattiero caseari, grazie a 69 impianti e 208 centri di distribuzione. Sempre l’anno scorso, per finanziare ulteriormente l’espansione del gruppo, Sigma Alimentos ha emesso un bond da 500 milioni di dollari, con scadenza a 10 anni e un interesse del 4,875%.

Un gruppo a dir poco florido, con un fatturato in costante crescita: +11% nel periodo 2013-2018. Obiettivo dell’anno in corso è salire da 6,3 miliardi a 6,6 miliardi di dollari, con un Ebitda previsto anch’esso in crescita, da 684 milioni a 735 milioni. Numerosi i brand in portafoglio: oltre alla già citata Fiorucci, tramite l’acquisizione della spagnola Campofrio, ci sono oltre 50 aziende presenti in Europa, America Latina (soprattutto Messico) e Stati Uniti.

Spulciando tra alcuni documenti riservati di Sigma Alimentos, troviamo anche un dettagliato report sul primo quadrimestre del 2019. Regione per regione, vengono evidenziati risultati, criticità e analisi di scenario. Scopriamo così che il Messico rappresenta la fetta più corposa, con vendite che valgono il 43% del fatturato. A seguire l’Europa con il 33%, poi gli Stati Uniti con il 16% e il resto dell’America Latina con l’8%.

Ma il nervo scoperto, che crea qualche grattacapo ai vertici del gruppo, è l’Europa. “Le vendite sono diminuite del 2% e l’Ebitda è in calo del 16% rispetto allo scorso anno”, si legge. “Sui risultati ha pesato il calo delle vendite in volume in Italia”. Una sottolineatura che confermerebbe l’interesse della multinazionale per il mercato europeo, e in particolare per quello italiano. Dove Ferrarini potrebbe giocare un ruolo strategico per il colosso. Anche perché il rapporto con Fiorucci è consolidato. Dal 2015 al 2017 Ferrarini produsse, per Campofrio, una serie di partite di prosciutto cotto di bassa qualità.

Non solo: era stata ventilata la possibilità di un accordo strategico fra Ferrarini e Campofrio. Accordo sfumato per l’arrivo di Sigma Alimentos. Ecco allora che l’ipotesi di un ingresso dei messicani sembra verosimile. Ma a quale scopo? Semplice, spostare la produzione da Santa Palomba, lo stabilimento “preistorico” di Fiorucci nel Lazio, a Casatenovo, presso Vismara, dove gli impianti sono nuovi di zecca.

A questo punto sorgono due domande cruciali ai giudici del tribunale di Reggio Emilia, se fosse vera l’ipotesi dell’ingresso di Sigma Alimentos in Ferrarini: ma come, abbiamo due proposte concrete di due aziende italiane sul piatto, Pini e Amadori, e svendiamo tutto a una società straniera? E quali saranno le ricadute occupazionali?

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