Da Mipaaf a Mipaaft: il cambio in etichetta. I commenti negativi delle associazioni

2018-08-06T09:49:24+01:006 Agosto 2018 - 09:42|Categorie: Mercato|Tag: , , , , |

Roma – Tre associazioni italiane insieme per chiedere una risoluzione definitiva. Il riferimento è all’ultima nota inviata dalla Dg Pquai (leggi qui). “Un cambiamento che non apporta nessuna novità sostanziale: cambia solo l’acronimo del dicastero competente”, afferma la lettera inviata a Roma da Aicig (Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche), Afidop (Associazione formaggi italiani Dop e Igp), Isit (Istituto salumi italiani tutelati). Per un cambio formale, tante spese reali: “Più volte il Ministero ha cambiato denominazione e ogni volta le imprese di produzione, trasformazione e commercializzazione hanno dovuto modificare i propri incarti, sopportando costi inutili, che non si limitano ai soli incarti, e riguardano anche gli stampi e le ore lavoro (sono parecchie decine di migliaia le referenze di prodotti Dop, Igp e Stg)”. Per questo si chiede una risoluzione definitiva del problema: “Abbiamo ripetutamente chiesto di abrogare questo obbligo, peraltro previsto solo nel nostro paese […] Proponiamo di risolvere definitivamente il problema, giungendo a una semplificazione molto attesa dalle imprese interessate: l’eliminazione dell’obbligo di riportare la dicitura, o di sostituirla con ‘Certificato da Organismo di Controllo autorizzato’ e ‘Certificato da Autorità pubblica designata’, concedendo alle aziende di adeguarsi alla prima occasione possibile”.

Per leggere la lettera completa, clicca qui.

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