ESCLUSIVO Giuseppe Tripoli, Garante per le Pmi: “Art.62, così non va. Riapriamo il dialogo”

2013-01-22T12:53:56+01:0027 Novembre 2012 - 16:45|Categorie: ARTICOLO 62|Tag: , |

Milano – Articolo 62: a un mese di distanza dal via ufficiale, il decreto varato dal Governo per regolamentare i rapporti fra industria, distribuzione e mondo agricolo continua a suscitare polemiche. Ne parliamo con Giuseppe Tripoli (foto), Garante per le micro, piccole e medie imprese.

Innanzitutto un giudizio complessivo sul decreto.
L’articolo 62 è stato messo a punto prima che il Governo recepisse la Direttiva europea sui ritardi di pagamento, per anticiparne gli effetti in una filiera chiave anche per i consumatori. L’Europa richiede che, per il settore pubblico, il termine di pagamento rimanga nei termini del recepimento mentre, per il settore privato, introduce la derogabilità, purché ben motivata. L’articolo 62, con i  termini rigidi  sui pagamenti (30/60 giorni obbligatori, ndr) ha messo in atto un meccanismo con maglie strette. L’introduzione dell’obbligo di un contratto in formula scritta ha poi irrigidito ulteriormente il meccanismo.

Quindi, a questo punto, quali sono i nodi da sciogliere?
Una normativa rigida, all’interno di un sistema di relazioni di mercato, ha determinato in molti casi il cambio del comportamento degli attori. Chi contava di trarre vantaggio dall’inderogabilità dei termini di pagamento si è trovato di fronte a mutamenti delle condizioni contrattuali della controparte su altri fronti o rispetto ad imprese fornitrici di altri settori. Faccio riferimento, ad esempio, ai rapporti tra la grande distribuzione e la piccola o media trasformazione, o fra la trasformazione e i piccoli agricoltori.

Come uscirne?
A mio parere il riferimento di fondo rimane quello europeo dove, tra privati, è possibile derogare, purché in modo motivato e mai vessatorio.  All’interno della filiera, inoltre, c’è la compresenza di attori di grandi e di piccole dimensioni: probabilmente si potrebbe ritagliare la regola dell’inderogabilità dei termini  in modo più appropriato e preciso. Soprattutto quando c’è sproporzione di dimensioni, in modo tale da evitare che chi è troppo piccolo si confronti senza tutele con chi è più grande.

 

L’intervista completa a Giuseppe Tripoli verrà pubblicata sulle newsletter di venerdì 30 novembre e sulle testate food del Gruppo

Torna in cima