Esselunga: i figli di Bernardo Caprotti impugnano il lodo arbitrale

2012-10-30T09:56:38+02:0026 Ottobre 2012 - 12:23|Categorie: Retail|Tag: , , |

Milano – Continua il contenzioso, all’interno della famiglia Caprotti, per l’intestazione delle azioni della holding che controlla Esselunga. Ieri i figli Giuseppe e Violetta Caprotti hanno comunicato di aver presentato, presso la Corte d’appello di Milano, l’atto di impugnazione del lodo arbitrale, maturato lo scorso luglio. Come si legge in una nota dei due figli, la decisione è stata presa per la presenza di “gravi vizi processuali nonché per la contrarietà del lodo alle regole di ordine pubblico sulla circolazione delle partecipazioni attribuite a società fiduciarie”. Fino al 2011 la proprietà di Esselunga era in larga misura attribuita, in usufrutto, a Bernardo Caprotti e ai figli in nuda e piena proprietà. Nel febbraio 2011, il padre si è avvalso di una procura generale sui figli per intestare a sé le loro azioni. Questa manovra è stata condotta, sostengono Violetta e Giuseppe, a loro totale insaputa. Subito dopo la scoperta dell’operazione, i due figli hanno promosso un’azione cautelare per bloccare le azioni. Il giudice ha però respinto il sequestro, accogliendo le tesi di Bernardo Caprotti. Il collegio arbitrale, chiamato a dirimere la questione e contestato dai due figli perché considerato non “competente per pronunciarsi sulla domanda del padre” ha dato ragione a Bernardo Caprotti e ha giudicato che le azioni appartenessero fiduciariamente ai figli, ma che il padre avesse il diritto di riacquistare le quote, come è avvenuto. Proprio contro la decisione del Collegio, Violetta e Giuseppe hanno presentato una domanda diretta al Tribunale di Milano per vedere riconosciuti i propri diritti. Oggi, su questo tema, si svolgerà la prima udienza della causa civile. (PF)

 

Torna in cima