Export traino dell’agroalimentare italiano, in flessione i consumi delle famiglie

2015-08-10T11:33:41+02:0010 Agosto 2015 - 11:33|Categorie: Mercato|Tag: , , , , , |

Roma – I dati dell’Osservatorio Ismea – Unioncamere sull’agroalimentare italiano segnalano un rallentamento del comparto nel secondo trimestre del 2015, dopo la positiva evoluzione d’inizio anno. Continua ad avanzare a ritmi sostenuti l’export, mentre la debolezza della domanda interna influisce negativamente sull’industria alimentare, le cui vendite dipendono per tre quarti ancora dal mercato domestico. In frenata sia la produzione (-2,8% ad aprile, -0,5% a maggio e -1,3% a giugno su base annua) sia le vendite (-4,6% ad aprile e -0,3% a maggio). Ottime performance dalle esportazioni, favorite dal deprezzamento dell’euro, che registrano un +7,1% tra gennaio e maggio 2015. Numeri positivi nell’export in particolare per l’agricoltura, con un +11,8%. Grazie a un +6%, buoni i dati oltreconfine anche per l’industria alimentare. Nei consumi, i dati Ismea-Nielsen confermano un peggioramento del quadro generale. Il primo semestre 2015 si chiude con una flessione degli acquisti delle famiglie dello 0,2% su base annua, per effetto della contrazione del segmento dei non confezionati (-3,2%) in parte mitigata dall’incremento dell’1,5% dei prodotti e bevande a peso fisso. Positivo l’indice di fiducia per le imprese di prima e seconda trasformazione, mentre si segnala un sentiment negativo tra le aziende del comparto zootecnico, alle prese con un marcato calo di reddività. I listini zootecnici hanno, infatti, subito, nel secondo trimestre 2015, una riduzione del 9% su base annua, ampiamente compensata dall’aumento dell’11,7% delle produzioni vegetali. Bene gli oli di oliva, mentre hanno accusato flessioni semi oleosi, vini, cereali e piante industriali. Segnali incoraggianti sul fronte delle imprese: il settore agricolo ne registra 3.177 in più tra aprile e giugno, saldo migliore degli ultimi anni. Per il proseguio dell’anno, il deprezzamento dell’euro contro il dollaro dovrebbe garantire un ulteriore consolidamento dell’export, mentre il prolungamento dell’embargo di Mosca sulle importazioni europee continuerà a penalizzare soprattutto le esportazioni di carni e salumi, formaggi e prodotti ortofrutticoli.

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