Gli industriali Usa chiedono a Trump di fermare l’import di formaggi Ue. Assolatte: “Inaccettabile e preoccupante”

2019-05-23T12:56:14+02:0023 Maggio 2019 - 11:28|Categorie: Formaggi|Tag: |

Milano – “Impose the same restriction on them that they do on us” (Imporgli le stesse restrizioni che applicano a noi, ndr). Secondo la denuncia di Assolatte, è questa la richiesta ufficiale che il Consortium of Common Food Names (Ccfn) ha recapitato al presidente Usa Donald Trump. Spiega una nota degli industriali del latte: “L’associazione dei produttori americani di formaggio – parmesan, romano e gambonzola, ovvero le imitazioni dei nostri grandi formaggi – in una lettera dai contenuti a dir poco allarmanti, chiede al presidente degli Stati Uniti d’America di bloccare le importazioni di formaggi europei (soprattutto italiani), accusa l’Unione europea di eccessivo protezionismo e, al contempo, chiede di chiudere le dogane, rivendicando la genericità di molte Indicazioni geografiche europee”. Il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, definisce la richiesta “inaccettabile e preoccupante” e invoca l’intervento delle istituzioni italiane ed europee. “Chiediamo rassicurazioni sul fatto che la posizione e le richieste dei nostri competitor siano respinte dal governo Usa. Se così non fosse, sarebbe un durissimo colpo per il nostro settore e per i principi comunitari che con grande fatica stiamo cercando di garantire nei mercati internazionali”. Nella sua lettera, resa nota da Assolatte, la lobby statunitense si chiede per quale ragione gli operatori europei possano vendere negli Usa il grana padano, il gorgonzola e il parmigiano reggiano, mentre quelli statunitensi non possono esportare in Ue il parmesan del Wisconsin, il grana o il romano cheese. Ma, risponde Assolatte: “I nostri sono formaggi che si attengono a rigidi disciplinari nel rispetto dell’origine territoriale richiamata dai nomi degli stessi prodotti; quelli americani sono imitazioni che sfruttano la fama delle nostre eccellenze casearie”. Questa lettera sembra fare seguito alla disputa Usa/Ue sul settore aeronautico, cavalcando la tensione tra l’amministrazione Trump e Bruxelles. Assolatte aveva già denunciato la presenza dei formaggi italiani nella black list statunitense, che elencava una serie di prodotti europei soggetti a dazi aggiuntivi in risposta alla querelle su Airbus, tra cui: il pecorino, l’asiago, la fontina, la mozzarella di bufala campana e il taleggio. Il timore, oggi, è quello di un ampliamento della lista con altri formaggi, grave anche in virtù del fatto che gli Stati Uniti sono il nostro principale mercato di sbocco extra-Ue, per un valore di quasi 300 milioni di euro. Conclude Ambrosi: “Ci aspettiamo che la grande attenzione del governo al made in Italy oggi trovi la sua applicazione in azioni concrete e di sistema a favore delle nostre produzioni e dei nostri interessi commerciali”.

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