Guerra del latte (11): riprendono i presidi. Coldiretti attacca Lactalis: “Vuole colpire il made in Italy”

2015-11-12T18:25:27+02:0012 Novembre 2015 - 18:24|Categorie: Formaggi, Latte|Tag: , , , , |

Milano – Pochi minuti dopo la rottura della trattativa sono ripresi i presidi degli allevatori, sospesi in vista del tavolo di oggi a Roma. Si legge in una nota di Confagricoltura: “Nell’attesa di capire anche l’atteggiamento della grande distribuzione (che non siede a questo tavolo ma che ha un peso importante per l’equilibrio della filiera), riprenderemo lo stato di agitazione con presidi all’impianto di Corteolona (Pavia) di Lactalis ed anche ad altre realtà industriali, non bloccando le attività degli impianti, perché tutto il mondo della trasformazione deve assumersi le proprie responsabilità”. Non mancano però, secondo l’organizzazione, piccoli segnali positivi: “E’ importante  che Lactalis abbia deciso di abbandonare il riferimento alle quotazioni della Germania, che non sono pertinenti con quelle della realtà italiana, pur in vigenza contrattuale. Tuttavia la proposta di aumento di prezzo non è ancora soddisfacente. La questione, però, non riguarda solo Lactalis, ma tutto il comparto industriale, rappresentato da Assolatte, che è rimasto fermo su condizioni di prezzo non remunerative”. Decisamente più dura la reazione di Coldiretti. “C’è la volontà di alimentare tensioni nel Paese con la provocatoria offerta di un centesimo in più per litro di latte che umilia il lavoro quotidiano degli allevatori italiani”, scrive l’organizzazione. “Si tratta di una chiara dimostrazione che la multinazionale francese Lactalis, proprietaria dei marchi Parmalat, Galbani, Locatelli e Invernizzi, insieme ad altri industriali vuole colpire il vero made in Italy, fatto con latte italiano. Sembrano prevalere le ragioni di un patto scellerato tra Lactalis, quota parte dell’industria e i grandi traders del latte, per puntare sulla produzione straniera da rivendere ai consumatori italiani a prezzi maggiorati fino al 50 per cento rispetto a quelli di altri paesi europei”. Coldiretti, infine, annuncia che non solo riprenderà la protesta, ma intende “alzare il livello della mobilitazione per difendere le stalle”.

 

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