Il Tirolo dice stop ai tir lungo l’asse del Brennero. La protesta degli imprenditori: “È protezionismo”

2018-10-05T13:08:28+01:005 Ottobre 2018 - 12:23|Categorie: Mercato, Tecnologie|Tag: , , |

Innsbruck (Austria) – Mercoledì 3 ottobre il Parlamento del Tirolo ha dato il via libera a un pacchetto di misure che punta a limitare la circolazione dei mezzi pesanti lungo l’asse del Brennero. Se attuato, come da programma, a partire dall’estate 2019, il pacchetto denominato ‘Anti-Transit’ limiterebbe fortemente il flusso di veicoli e merci da e verso l’Italia. Il divieto si rivolge in maniera diretta ai comparti del legno, del metallo, dei macchinari e degli impianti. “Al contempo anche le merci deperibili non potrebbero venir più trasportate lungo il Tirolo, i sistemi di dosaggio diventerebbero più ristrettivi e si potrebbe anche dover fare i conti con un divieto di transito generalizzato al sabato nei mesi di gennaio e febbraio”, spiega Elmar Morandell, presidente dei trasportatori di merci lvh.apa. A essere interessati dal divieto anche i veicoli Euro 6, ossia quelli di nuova generazione con minimo impatto ambientale. Ed è proprio questo fatto ad aver scatenato la dura reazione degli imprenditori altoatesini. “Le limitazioni imposte dal Tirolo sembrano essere rivolte più a proteggere la propria economia che l’ambiente. Sono misure che non mirano a ridurre le emissioni, bensì la competitività delle imprese esportatrici degli altri Paesi, a partire dall’Alto Adige”. Commenta Federico Giudiceandrea, presidente Assoimprenditori Alto Adige: “Se tutte le regioni europee seguissero l’esempio del Tirolo arriveremmo a una paralisi completa, mettendo così a rischio il mercato unico, ma soprattutto le tante imprese e i relativi posti di lavoro che dipendono da una logistica efficiente”. Gli fa eco Thomas Baumgartner, presidente di Anita, l’associazione che rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica, e che richiede un rapido intervento da parte di Bruxelles. “È un’imposizione inaccettabile che, se attuata, determinerà danni incalcolabili non soltanto alla filiera del trasporto e della logistica italiana ma all’interno settore produttivo del ‘made in Italy’”.

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