Istituto Bruno Leoni: “Chi non vuole ratificare il Ceta è il primo a essere contro il made in Italy”

2018-08-14T11:59:18+01:0014 Agosto 2018 - 09:29|Categorie: Mercato|Tag: , , , , , |

Torino – ‘Altro che sovranismo. L’interesse nazionale è la globalizzazione. Il caso del Ceta’. Questo il titolo dello studio condotto dall’istituto di ricerche Bruno Leoni, a fronte dell’opposizione che il nuovo governo ha più volte dimostrato nei confronti dell’accordo di libero scambio fra Unione Europea e Canada. L’autore dell’analisi, il ricercatore Giovanni Caccavello, ha identificato vere e proprie fake news rilanciate nel dibattito pubblico: il Ceta tutela solo una piccola parte di prodotti Dop e Igp; il made in Italy si protegge con la chiusura dei mercati; l’accordo avvantaggia solo le multinazionali a scapito dell’occupazione e della salute. “Nessuna di queste motivazioni è, a ben vedere, fondata. Anzi”, spiega Caccavello, “l’accordo stimolerà la crescita, aiuterà centinaia di migliaia di pmi europee a trovare nuove opportunità di sviluppo e aumenterà i posti di lavoro. Non ratificare il Ceta sarebbe un grave errore. Chi non vuole ratificarlo è il primo a essere contro gli italiani e il Made in Italy”.

Torna in cima