Materie prime: il punto sul mercato di Lorenzo Petrilli, vicepresidente di Assocaseari

2013-04-19T10:39:17+02:0019 Aprile 2013 - 10:35|Categorie: Formaggi|Tag: , |
Milano – Lorenzo Petrilli, vicepresidente di Assocaseari, fa il punto sulla situazione del mercato delle materie prime nel settore lattiero caseario.
“Nell’ultimo mese abbiamo assistito ad un ‘impazzimento’ del mercato. Tra il 20 e il 25 marzo i prezzi di tutti i derivati del latte hanno cominciato a crescere in maniera esponenziale e solo adesso, per alcuni di questi derivati, stiamo assistendo ad una pausa di riflessione. Questa dinamica ha ragioni reali, ma è anche accompagnata, nel suo evolversi, da una forte componente speculativa. L’asta di Fonterra del 19 marzo ha fatto registrare aumenti significativi, anche a due cifre, e così anche l’asta del 2 aprile. Certo, i quantitativi messi a disposizione erano circa un terzo di quelli offerti abitualmente, a causa della siccità che ha colpito la Nuova Zelanda e della fine della stagione produttiva. Questo ha cominciato a far salire il mercato mondiale, in un momento in cui c’era una grande domanda, che sulla polvere continua ad essere molto forte. Ed ecco che qui subentra la componente speculativa: i più importanti trader, di fronte all’aumento dei prezzi di mercato, hanno rallentato l’offerta di prodotto, in attesa di consolidare gli aumenti, provocando un’ulteriore spinta al rialzo nei prezzi. A tutto questo aggiungiamo che molti buyer, e tutti noi compresi, ci aspettavamo che in aprile, con il nuovo inizio delle quote e l’arrivo della primavera, la produzione ripartisse e il mercato potesse almeno tranquillizzarsi. Invece, Pasqua e la prima metà di aprile sono stati estremamente freddi e la produzione anziché ripartire è calata ulteriormente. E la domanda, anche interna, impazziva. Ecco che la polvere scremata, che il 19 marzo veniva trattata a circa 2.800 euro per tonnellata reso Nord Italia, oggi si aggira intorno a 3.500 euro. Il burro 82 % venduto a circa 3.300/3.500 euro un mese fa, è arrivato oggi fino a 4.100/4.300 euro a seconda dell’ origine. I bollettini dei vari mercati europei hanno ancora ieri registrato importanti aumenti; come per il burro, anche per  altri prodotti. Ma, a mio avviso, si tratta più un adeguamento dei listini al mercato che non un ulteriore aumento”.
(AR)
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