“Nestlè torni ad investire in Italia”, la richiesta del sindacato Uila

2012-07-26T09:19:43+01:0026 Luglio 2012 - 09:19|Categorie: Dolci&Salati|Tag: , , , , |

 

Milano –  I sindacati dicono no alla proposta avanzata da Nestlè di estendere anche ad altri siti produttivi del Gruppo il progetto presentato per lo stabilimento di San Sisto (Pg). Dove i dipendenti possono passare da 40 a 30 ore di lavoro settimanale e favorire, così, l’ingresso in azienda di un figlio. Che verrebbe assunto, inizialmente, con un contratto di 30 ore. Per la Uila si tratta di “uno specchietto per le allodole”. “La proposta – si legge in una nota diffusa ieri – nasconde una realtà molto diversa e più complessa; quella di un gruppo che, negli anni, ha preferito investire in altri paesi piuttosto che in Italia e che mira a ristrutturare lo stabilimento di San Sisto della Perugina, per trasformarlo in un sito per produzioni stagionali. L’azienda ha, infatti, chiesto di introdurre, nei momenti di picco produttivo, un orario di lavoro di sei ore al giorno per sei giorni la settimana, distribuite su quattro turni; una soluzione che penalizzerebbe i lavoratori due volte con la perdita di quattro ore di lavoro (rispetto alle 40 settimanali previste dal Ccnl) e, sul versante salariale, degli elementi straordinari e accessori della retribuzione. Come se non bastasse, il piano prevede che, ai periodi di massima produzione, ne seguano altri con l’applicazione di contratti di solidarietà, con la conseguente riduzione dei salari del 40%. Questo è per noi inaccettabile! L’azienda deve tornare a investire seriamente anche in Italia e mirare a de-stagionalizzare la produzione dello stabilimento di Perugia. Per questo, però, al di là delle buone relazioni sindacali esistenti, serve un cambio di indirizzo da parte di Nestlé Europa”. (NC)

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