Parmigiano: revocati gli arresti domiciliari per Riccardo Deserti

2014-03-04T10:17:43+02:004 Marzo 2014 - 10:17|Categorie: Formaggi|Tag: , , |

Roma – Il Tribunale del riesame di Roma ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per Riccardo Deserti (nella foto). È quanto si apprende da una nota diffusa dai due legali difensori del direttore del Consorzio del parmigiano reggiano (al momento sospeso), Gian Luigi Pieraccini e Monica Guerzo. Il Tribunale ha, infatti, ritenuto infondata l’accusa di aver sottratto alcuni documenti originali dal ministero delle Politiche agricole, dopo le spiegazioni dello stesso Deserti, fornite durante l’interrogatorio di garanzia. Secondo quanto si legge nella nota: “Si trattava di una detenzione del tutto inconsapevole in quanto asportati (i documenti, ndr), per errore, assieme a corposo materiale di lavoro personale che egli aveva accumulato nel corso di sei anni di lavoro al Ministero e che aveva portato con se al momento delle dimissioni dall’Ufficio Ministeriale. Le dimissioni sono peraltro intervenute il 22 maggio del 2012 con abbandono del posto di lavoro il 29 maggio ovvero in coincidenza con i tragici eventi conseguenti al terremoto dell’Emilia e bassa mantovana. Dovendo egli prendere funzioni, come effetti ha preso il 5 giugno 2012 presso il Consorzio del parmigiano reggiano, il trasloco è avvenuto con modalità a dir poco concitate”. Non solo: “La difesa ha altresì dimostrato che i documenti detenuti inconsapevolmente erano comunque disponibili nel sistema di archiviazione informatica degli atti del Ministero e in alcuni casi erano addirittura stati confezionati in più originali e pertanto non vi era alcun concreto interesse a sottrarli. D’altra parte mai nessuna denunzia di smarrimento o sottrazione era intervenuta da parte del Ministero nonostante che tutti i documenti avessero data anteriore al luglio 2011“. Si chiude quindi la vicenda giudiziaria per Deserti, non il clamore e le polemiche (con il risvolto di possibili azioni legali, ventilate dal Consorzio del parmigiano reggiano), per la strumentalizzazione con cui è stata affrontata la vicenda.

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