Pomodoro bio dell’Andalusia: sovrasfruttamento delle risorse

2019-09-25T14:21:28+02:0025 Settembre 2019 - 11:56|Categorie: Bio, Ortofrutta|Tag: , , |

Almeria (Spagna) – In Andalusia, la produzione di pomodoro biologico è strategica. Ma le serre devastano il paesaggio e la biodiversità. Secondo i dati riportati in data odierna su Italia Oggi, la produzione dell’ortaggio è ininterrotta, in estate e in inverno, e si estende su 33mila ettari di superficie. Il prodotto viene esportato in tutta Europa, soprattutto quando la produzione è ferma nel resto del continente. Non solo il pomodoro. In pochi anni, la Spagna è diventata il primo produttore ed esportatore di frutta e ortaggi bio: lamponi, zucchine, melanzane, cetrioli e angurie. Infatti, dal 2010, la superficie dedicata alla produzione biologica è triplicata. E, nel 2018, oltre 108mila tonnellate provenivano dalle serre di Almeria, in Andalusia. Metà degli ortaggi erano pomodori, appunto. Il quotidiano denuncia, però, l’impatto ambientale dell’agricoltura biologica nella regione: il sistema di irrigazione a goccia pompa acqua sempre più in profondità, il deserto avanza e la biodiversità è scomparsa, tanto che il bio, in questa regione, ha lo stesso impatto ambientale dell’agricoltura convenzionale. Oltre a quelle ambientali, vengono sfruttate le risorse umane: nelle serre di Almeria lavorano tra 80mila e 100mila lavoratori, per lo più migranti, a ritmi infernali.

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