Scoppia il caso delle patatine fritte in Belgio. L’Ue: “Prima vanno bollite”

2017-06-22T17:11:33+01:0022 Giugno 2017 - 11:16|Categorie: Dolci&Salati, Mercato|Tag: , , , |

Bruxelles (Belgio) – Le frites sono un piatto tipico belga famoso per la doppia frittura. Prima le patatine vengono fritte crude, poi avviene un’altra frittura per dorare l’esterno. Il procedimento è ciò che rende le frites uniche e molto diverse dalle patatine fritte “classiche”, note all’estero come ‘french fries’. La preparazione belga è finita sotto accusa perché ritenuta poco sana dalla Commissione Ue, che ha proposto la bollitura prima della friggitura, per evitare il formarsi dell’acrilamide, composto considerato dannoso dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare. Si tratta di una sostanza che si produce in cibi ricchi di carboidrati, cotti a temperature superiori a 120 gradi. Tra gli alimenti a rischio ci sarebbero anche biscotti, patate arrosto, crackers, porridge e perfino il caffè. La reazione del ministro belga del Turismo non si è fatta attendere: ha scritto un appello al commissario europeo delle politiche alimentari, scrivendo che una norma del genere “di fatto, bandirebbe le frites, un patrimonio nazionale insieme al cioccolato, e danneggerebbe la nostra tradizione gastronomica”. Ma dalla Commissione fanno sapere che vogliono solo “fissare delle regole per obbligare gli operatori  della ristorazione e dell’industria a ridurre l’acrilamide nel cibo, nel rispetto delle tradizioni culinarie di ogni Paese”. Toni che fanno pensare a una battaglia molto lunga.

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