SimonPietro Felice (Caviro): “No ai sussidi statali. Sì all’imprenditoria”

2020-07-09T15:54:14+02:009 Luglio 2020 - 15:54|Categorie: Vini|Tag: , |

Milano – Il blocco della ristorazione ha paralizzato chi si è impegnato sulla qualità ed è rimasto indipendente. Ha quindi azzerato il mercato dei piccoli produttori, che ora rischiano davvero il fallimento. La stima è che un’azienda vinicola su tre possa cessare la propria attività. A portare una soluzione al problema è SimonPietro Felice, direttore generale di Caviro, che al Food&Made in Italy summit online de Il Sole 24Ore dichiara: “La cooperativa ha proprio l’obiettivo e la forza di tutelare realtà che da sole non avrebbero alcuna competitività sul mercato e nemmeno risorse per uscire da una rete di clientela locale. Caviro è un colosso che riunisce oltre 12mila conferitori e ha avuto la grande capacità di adeguarsi alle nuove esigenze nate nel periodo del lockdown: ha spostato dall’Horeca alla Gdo le proprie bottiglie e ha subito triplicato la produzione di alcol denaturato, prevedendone il bisogno per i gel da sanificazione. Altra chiave del successo di Caviro, che ha permesso alla cooperativa di fare un +20% durante il lock down, è la sua politica di economia circolare: le vinacce diventano alcol e gli scarti bionergia, fertilizzanti e prodotti nobili. Resilienza, elasticità e capacità di adeguarsi ai bisogni dei mercati sono le parole d’ordine per un successo a lungo termine. Che non può e non deve dipendere solo da politiche di sussidio statale”.

Torna in cima