Striscia la furbizia: si chiude l’inchiesta sul cotto

2017-09-29T15:01:05+01:0029 Settembre 2017 - 14:56|Categorie: Salumi|Tag: , , , |

Milano – Doveva essere un servizio memorabile, uno scoop di quelli da prima pagina, una pietra miliare nella storia del giornalismo. E invece è diventato una commedia di mezzo autunno con un finale triste. Stiamo parlando del servizio che Striscia la notizia, il programma satirico di Canale 5, ha messo in onda nelle serate di lunedì 25, mercoledì 27 e giovedì 28 settembre.

La prima puntata inizia col botto. Striscia la notizia lancia la rubrica ‘E’ tutto un magna magna?’, dove annuncia di voler smascherare le frodi in tema di cibo. L’inviato Max Laudadio, dopo una chiacchierata con Christophe Brusset, manager dell’industria alimentare e autore del libro Siete pazzi a mangiarlo!, va all’attacco del prosciutto cotto. Il comparto viene accusato di aggiungere acqua ai prodotti, riducendo il quantitativo di carne necessario. L’inviato mostra la differenza tra prosciutti di alta qualità e altri più economici, a partire dall’aspetto (fetta lucida e gelatinosa in quelli più a buon mercato) fino all’attaccamento del grasso. Nei prodotti di alta qualità è più difficile staccarlo, mentre negli altri è più semplice, essendo stato aggiunto in una seconda fase. Va da sé che un’altra differenza decisiva è il prezzo.

Poi inizia l’indagine sul campo. Laudadio acquista 27 vaschette di prosciutto cotto in diversi supermercati e discount. Le immagini criptate non consentono di identificare le marche, ma in molti casi si vede il costo, che si aggira tra 1,50 e 2,50 euro a confezione. Tutti i campioni vengono poi analizzati dal professor Luca Chiesa, dell’Università degli Studi di Milano, per rilevare la quantità di acqua aggiunta presente nel prodotto finito. In nove casi è stata riscontrata una presenza al di sopra dei limiti consentiti dalla legge, ovvero – secondo quanto dichiara il ricercatore – più del 5% su 100 grammi. Di questi nove prosciutti, quattro contengono una quantità superiore al 15% e uno sfiora il 30%. Ma non è tutto. Nel corso del servizio Laudadio chiede agli ascoltatori di segnalare, attraverso il sito di Striscia, se intendono conoscere i nomi delle aziende coinvolte oppure no. La notizia scuote il comparto. Nel corso della due giorni di Carrefour, che si svolge il 27 e il 28 settembre, tra le aziende presenti non si parla d’altro. Evidenziando come il servizio sia stato realizzato in maniera approssimativa, confrontando prodotti diversissimi fra loro, con una scientificità tutta da dimostrare.

Assica, l’associazione industriali delle carni e dei salumi, si attiva subito con l’obiettivo – si legge in una nota – di “… poter fornire tutti gli elementi necessari a una corretta informazione e a completa tutela delle aziende del settore e dei consumatori”. Per questo parte una diffida a Striscia in cui si evidenziano gli errori e le imprecisioni del servizio e si invita ad evitare la diffusione dei nomi delle aziende coinvolte. La lettera giunge come un fulmine a ciel sereno nella redazione di Striscia. In una lunga riunione si valuta con estrema attenzione tutta la vicenda. Ricci & C. intuiscono che forse hanno pisciato fuori dal vasino. Il servizio, dopo attenta visione, è debole, debolissimo e verrebbe smontato pezzo per pezzo nell’aula di un qualsiasi tribunale. Di più: sono coinvolte alcune aziende fra i più grandi investitori di Mediaset. Ad aggravare la situazione c’è poi l’adesione bulgara dei telespettatori che sul sito hanno votato sì. Tutti vogliono conoscere i nomi delle aziende coinvolte. Che fare? Si decide una soluzione di compromesso. Vengono così citati due prodotti: il Careuccio, senza specificare l’azienda produttrice (la Motta di Barlassina, in provincia di Monza e Brianza, ndr) e il Cotto Light Alta Qualità del Salumificio Fratelli Riva Spa con sede a Molteno. La società lecchese più tardi contesterà pesantemente il risultato delle analisi.

Ma non è finita qui. Quelli di Striscia sanno di averla fatta grossa e così chiamano in Assica, nella serata di mercoledì 27 settembre, convocando il direttore Davide Calderone per un’intervista. Il servizio viene mandato in onda giovedì sera. Siamo alla terza puntata, Calderone spiega che il contenuto d’acqua è fondamentale per un prosciutto cotto e che l’unica indicazione in etichetta è proprio la sua presenza. Laudadio si giostra come può e alla fine concorda che si faccia una richiesta al Ministro Martina per inserire in etichetta la percentuale d’acqua contenuta nel prosciutto. Un contentino per chiudere in fretta la vicenda. La montagna ha partorito un topolino. Assica vince contro Striscia 3 a 1. Palla al centro.

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