Tritapalle 2, la vendetta. Dibattito dopo il nostro articolo su Tritacarne e il pensiero unico veg

2016-11-25T10:58:19+02:0025 Novembre 2016 - 09:20|Categorie: Carni, Salumi|Tag: , , , |

Numerose le reazioni all’articolo, intitolato Tritapalle, pubblicato sullo scorso numero della nostra newsletter dell’11 novembre. Nel pezzo riportavamo e commentavamo le posizioni vetero-vegane di Sabrina Giannini. Ma la conduttrice di Indovina chi viene a cena, programma di Rai 3 in onda prima di Report, non è sola. A farle da spalla un’altra vemen (neologismo di vegan+femen), ovvero Giulia Innocenzi, giornalista e autrice di Tritacarne, dove si attacca il mondo degli allevamenti intensivi.

L’articolo non è passato inosservato. Molti i commenti sull’account twitter e facebook di Giulia Innocenzi. E’ lei che spara la prima bordata l’11 novembre: “La rivista Salumi e consumi titola così un articolo in cui commenta Tritacarne. Non c’è bisogno di leggere l’articolo”. E qui permetteteci un piccolo appunto a colei che diffonde il verbo vegano. Deontologicamente parlando non è il massimo della professionalità giornalistica. Alle lezioni di etica dei corsi dell’Ordine insegnano sempre di leggere e informarsi prima di fornire un giudizio.

Tant’è che più di un utente se ne accorge. Fred Badgusto, ad esempio, scrive: “No no c’è bisogno eccome, e fino alla fine!”. Su facebook Mario Pandolfi scrive: “Però l’articolo lo dovresti allegare, no?”. Un altro twitta “@giuliainnocenzi anche tu un libro? No vabbè, mi abbono a salumi e consumi…”. E c’è anche Anton Ego che dice: “Hanno ragione!”.

Di tutt’altro tenore i commenti di Roberto Mitico, su facebook: “Peggio per loro, un establishment che finora ha fatto il loro porco comodo” e Walter Vivaldi: “La verità fa male… e a loro soprattutto al portafoglio”.

In questo caso vale la pena precisare che Salumi & Consumi è un giornale libero e indipendente. Non è finanziato da nessuna associazione. E, diversamente da molte altre riviste specializzate, approfondisce tematiche e problematiche del settore fornendo libero spazio a tutte le opinioni. Chi legge le nostre riviste (vedi www.alimentando.info) lo sa.

Un altro piccolo appunto ai verginelli vegani che tirano in ballo i potentati economici dell’industria alimentare. Ma chi si sta ingrassando grazie alla diffusione del vostro pensiero unico? Non sarà forse la potentissima lobby della soia i cui guadagni sono cresciuti enormemente nel corso degli ultimi anni?

Non mancano poi prese in giro come quella di Sil Vano: “Una critica da una rivista prestigiosa come quella, quale onore…” e gli attacchi diretti: “Volgari oltre che stupidi” (Vladimir Kurgan), “Un po’ fa ridere, ma una rivista che si chiama ‘Salumi e consumi’ fa ridere ancora di più” (Kill Joy).

Ringraziamo per i commenti astiosi. Quando si scambia l’ironia per la volgarità significa che non si hanno argomenti di discussione. Sull’accusa di stupidità, parlano i fatti. Nel giro di dieci anni siamo diventati un punto di riferimento per tutta la filiera alimentare. Ci leggono dalla signora Maria della gastronomia di Calascibetta, passando per allevatori e produttori, sino ad arrivare ai buyer della distribuzione. Tutti stupidi?

Da ultimo riportiamo il commento su twitter di huMANist: “Titolo un po’ volgare… ke xò non sorprende (visti interessi in gioco/scarsa capacità di tanti nel discutere pacatamente)”. Si è fermato al titolo. Infatti proprio alla fine dell’articolo scrivevamo: “Vorremmo che si potesse discutere di queste cose senza essere zittiti da chi pretende di incarnare il progresso”.

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