Roma – Usa, Canada, Germania, Regno Unito e Svizzera. Secondo i dati diffusi dall’Unione italiana vini (Uiv), sommando le vendite verso questi paesi si arriva al 65% del totale dell’export vinicolo italiano. Una concentrazione che fotografa un certo ritardo da parte del nostro paese in altre aree. Ancora molto contenuta, infatti, è l’incidenza dell’Estremo Oriente, che si attesta intorno al 5%. In Cina e a Hong Kong i principali competitor internazionali hanno svolto un lavoro migliore. In primis la Francia, che in questi due mercati sviluppa il 20% del proprio fatturato export, l’Australia è al 16%. L’Italia in 10 anni è passata dallo 0,2% al 2%. Un progresso, certo, ma del tutto insufficiente, visto che nell’ultimo anno le nostre produzioni sono state scavalcate anche da Spagna e Cile. (PF)
