Uiv/Zonin: parliamo di vino nel Ttip. Fondamentale il tema delle indicazioni semi-generiche Chianti e Marsala

2014-12-11T10:27:40+02:0011 Dicembre 2014 - 10:27|Categorie: Vini|Tag: , , , |

Roma – “Il vino non ha ancora un suo ‘capitolo’ specifico nel più importante trattato negoziale della storia tra Ue e Usa, il Ttip (Transatlantic trade and investment partnership). Siamo ancora fermi all’accordo vino siglato nel 2006 che sicuramente ha rappresentato un primo importante traguardo ma che ora deve essere migliorato e completato”. Con queste parole Domenico Zonin, presidente Unione italiana vini, ha aperto i lavori del consiglio confederale dell’associazione, dov’è stato intavolato un confronto sui temi caldi del comparto. “Dobbiamo risolvere insieme – ha detto Zonin – i problemi della filiera vitivinicola italiana che oggi soffre, nei confronti degli Usa, soprattutto il tema delle 17 indicazioni geografiche ‘semi-generiche’ (Chianti e Marsala per l’Italia)”. Indicativo del sentiment statunitense sulla questione delle denominazioni d’origine, il commento del consigliere Affari economici dell’ambasciata Usa in Italia, Katherine Hadda: “Abbiamo approcci diversi sulle denominazioni e non siamo forti in geografia. Per noi Chianti e Marsala sono tipi di vino; nessuno conosce i luoghi di provenienza. Del resto, siamo molto orgogliosi di essere un Paese di immigrati: negli Usa sono 17 milioni gli italo americani. Tanti, e molti di loro fanno vino da 20-30 anni; peraltro fino al 2006 erano autorizzati a fare vino tipo Chianti, Porto o Champagne e non c’è un monitoraggio su quante siano queste produzioni made in Usa”.

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