Unaitalia: in cinque anni dimezzato l’uso di antibiotici negli allevamenti di pollame

2017-06-27T16:00:28+02:0027 Giugno 2017 - 16:00|Categorie: Carni|Tag: , |

Roma – Si è svolta a Roma la V assemblea nazionale Unaitalia (Unione nazionale filiere agroalimentari delle carni e delle uova) dal titolo ‘Avicoltura italiana in campo’. Tra i temi trattati, la diminuzione dei farmaci utilizzati negli allevamenti: negli ultimi cinque anni, infatti, l’uso si è dimezzato. E per il 2017 l’associazione ha annunciato di voler ridurre ulteriormente l’uso di antibiotici, grazie a un piano congiunto con il ministero della Salute, attivo dal 2013. “L’azione di riduzione”, spiega il presidente di Unaitalia Aldo Muraro, “è solo uno degli impegni che il settore sta portando avanti nell’ambito di un processo di valorizzazione dell’intera filiera”. Unaitalia ha rilevato come nonostante il pollo e il tacchino siano alimenti molto amati dagli italiani (+38% negli ultimi dieci anni) circolano falsi miti duri a morire. Per esempio, il 74% degli italiani pensa che gli antibiotici siano utilizzati negli allevamenti per favorire la crescita, ma è una pratica vietata dal 2006 all’interno dell’Ue. In più, non ci sono mai residui di antibiotici nei prodotti finiti, perché negli allevamenti italiani si rispetta il cosiddetto “periodo di sospensione”, ossia il tempo necessario per smaltire il farmaco prima che il pollo venga avviato al consumo.

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