Sauvignon “dopato”: scandalo nel mondo del vino in Friuli Venezia Giulia

Udine – Frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine: questa l’accusa mossa a 17 aziende produttrici di Sauvignon. Lo riporta il Messaggero Veneto, che spiega come, giovedì 10 settembre, i Carabinieri del Nas di Udine, su disposizione della procura, hanno provveduto a una serie di perquisizione in diverse cantine, principalmente del Friuli Venezia Giulia, tra la zona del Collio e quella dei Colli orientali del Friuli, ma anche di Umbria e Abruzzo. Gli indagati sono sospettati di aver impiegato un esalatore chimico di aromi non previsto dal disciplinare delle Doc nel confezionamento del vino. La sostanza, creata da Ramon Persello, consulente bioclimatico tra i più noti in Fvg, sarebbe un mix di lieviti e ingredienti non definiti, utilizzato per migliorare il gusto dei vini, ma non dannoso per la salute umana. “Ci siamo mossi sulla base di elementi serissimi, in maniera mirata. Eravamo stati messi in guardia da chi, in questo stesso settore, lavora in modo onesto. Da alcuni produttori del Sauvignon che seguono fedelmente il disciplinare e che si erano accorti che alcuni competitor esaltavano irregolarmente gli aromi del vino”, ha specificato il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo. Immediata la reazione delle istituzioni: “Abbiamo portato il Mondiale del Sauvignon per la prima volta in Friuli Venezia Giulia proprio puntando alla sua valorizzazione in termini di eccellenza: ferme restando le garanzie di legge, si tratta di un episodio che è dannoso già a livello d’immagine”, il commento dell’assessore regionale alle Risorse agricole, Cristiano Shaurli.

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