Bennet e quegli 11 milioni di euro…

2019-07-12T12:09:08+02:0012 Luglio 2019 - 12:20|Categorie: Retail|Tag: , |

“De Castro e Baracchi hanno ricevuto dalla società Bennet la somma di 11 milioni di euro”. La frase è tratta dal verbale di interrogatorio reso da Danilo Rivolta, ex sindaco di Lonate Pozzolo (Va), tuttora detenuto nel carcere di Busto Arsizio. Datato 24 luglio 2017, l’interrogatorio è avvenuto presso gli uffici della procura della Repubblica di Busto Arsizio. Una vicenda complessa, riproposta in un articolo del Corriere della Sera pubblicato il 6 luglio 2019, a firma Cesare Giuzzi. Che a sua volta prende spunto dagli arresti compiuti giovedì 4 luglio, nell’ambito dell’operazione ‘Kremisa’ del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano.

Ma procediamo con ordine. Il verbale integrale, di cui siamo entrati in possesso, ricostruisce gli intrecci tra una serie di clan della ‘ndrangheta, politici locali e regionali, imprenditori, faccendieri e anche la catena Bennet. E scrive di un “disegno criminoso” che vede protagonisti, tra gli altri, proprio il sindaco, suo fratello e la convivente del primo cittadino.

“A Lonate Pozzolo”, dichiara Rivolta, “vi sono diverse famiglie originarie di Cirò Marina [in provincia di Crotone, ndr], che esercitano un controllo sul territorio. Tra queste posso indicare Casoppero, Cilidonio, De Novara, Filippelli, Murano e infine i De Castro; quest’ultima, però, di origine siciliana”. I De Novara e i Casoppero erano anche stati determinanti nelle elezioni del 2014, permettendo la vittoria di Rivolta grazie a 300 voti risultati decisivi.

A fare la parte del leone nella gestione del territorio sono le imprese edili e artigiane, in particolare quando i lavori sono di una certa entità: è il caso del centro commerciale Il Parco di Vanzaghello, sempre in provincia di Varese, dove il core business è un ipermercato Bennet.

Qui bisogna tornare al 2009, quando le trattative per la realizzazione entrano nel vivo. “L’operazione”, spiega Rivolta, “doveva essere effettuata dai proprietari del terreno, fratelli Maritan, ma venne bloccata in regione da Zambetti [all’epoca dei fatti assessore regionale, ndr] e per sbloccare l’operazione questi aveva chiesto ai Maritan 1.050.000 euro. Casoppero veniva accusato di essere stato estromesso dall’operazione da Filippelli e De Castro”.

La somma per sbloccare la pratica sarebbe stata raccolta dal faccendiere Filippo Duzioni. Ma a questo punto si apre un altro fronte con protagonista la famiglia De Castro, che avrebbe “fregato Filippelli sull’affare del centro commerciale”, secondo le parole dell’ex sindaco. In che modo? Giocando la sua partita coinvolgendo l’imprenditore Giulio Baracchi. È sempre Rivolta che parla: “De Castro e Baracchi hanno ricevuto dalla società Bennet la somma di 11 milioni di euro, come mi ha riferito personalmente l’amministratore delegato di Bennet, tale Stanwusser. Sangalli mi disse che De Castro non ha versato la somma che avrebbe dovuto a Filippelli”.  

“Ma come sono stati versati gli 11 milioni?”, chiedono gli inquirenti. Rivolta entra nel dettaglio: “L’operazione venne rilevata da De Castro Emanuele e Baracchi Gulio con una società di Agrate Brianza, di cui non ricordo il nome, il cui amministratore era tale Zanella. Acquisita la proprietà delle aree e firmata la convenzione con il comune, l’area venne ceduta tramite la società di Baracchi (forse la Lonate Sviluppo Srl) a Bennet che, con questa acquisizione ha potuto realizzare il centro commerciale che è poi sorto a Vanzaghello. L’operazione in regione è stata gestita dal faccendiere Duzioni Filippo”.

Abbiamo contattato Bennet per avere un commento sulle dichiarazioni di Rivolta. La società smentisce categoricamente le affermazioni dell’ex sindaco e si dichiara totalmente estranea ai fatti.

Torna in cima