Furti, per i retailer italiani 4,1 miliardi di euro di perdite nel 2024

Milano – Nel 2024, le differenze inventariali da taccheggio delle aziende del settore retail in Italia sono state in media dell’1,2% dei ricavi annui per un valore di 4,12 miliardi di euro di perdite e un costo totale per cittadino di 107 euro. Questa la fotografia scattata dall’edizione 2024 del Barometro dei Furti nel Retail in Italia promossa da Checkpoint Systems Italia in collaborazione con NielsenIQ.

Il 53% delle perdite è causato da furti commessi dai potenziali clienti nei punti vendita: un fenomeno in crescita, rispetto all’anno 2023, percepito dall’84% delle aziende intervistate. Tra le altre tipologie di perdite si registra una percentuale de 21% di furti interni, da parte dei dipendenti, un 15% di errori dei fornitori e 11% di errori amministrativi.

Il food retail risulta ancora una volta l’ambito più colpito, rappresentando il 45% delle perdite complessive da taccheggio. In termini di incidenza dei furti, il comparto health & beauty rappresenta circa il 19% del totale, seguito dal tessile e abbigliamento con il 14%. Il fai da te registra un peso del 7%, mentre l’elettronica si attesta al 5%.

Nel food & beverage, si evince dalla ricerca, gli articoli più sottratti sono tonno, formaggi e prodotti del reparto liquidi (alcolici e bevande), seguiti da caffè e salumi. Il fenomeno mostra una progressione netta rispetto al 2023 con un incremento significativo nella misura del +90% per tonno e vini, alcolici e altre bevande, +70% per il caffè, +60% per il formaggio e +40% per salumi e gastronomia.

Quasi la totalità dei retailer intervistati, per contrastare il fenomeno, dichiara di aver adottato sistemi di videosorveglianza (95%) e di disporre di personale dedicato alle aree più sensibili dei punti vendita (95%). Ampiamente diffusi risultano anche i sistemi antitaccheggio tradizionali (89%), le barriere di sicurezza (95%), gli spider wrap, collari e box in policarbonato (84%). A queste misure più consolidate si affiancano tecnologie di nuova generazione, come le soluzioni basate su RFID (37%) e, in misura minore, i cestini per la spesa dotati di RFID (21%).

 

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