Operazione Conad-Auchan: ha ragione Pugliese

2023-07-03T17:24:21+01:003 Gennaio 2020 - 12:45|Categorie: Retail|Tag: , , |

Non ho mai preso soldi da Conad, al contrario di altri miei colleghi delle riviste specializzate. Non sono mai stato tenero con la catena diretta da Francesco Pugliese. Soprattutto negli ultimi tempi. La vicenda degli sconti del 20% l’abbiamo tirata fuori noi. Gli altri hanno seguito a ruota.

Ciò chiarito e premesso, voglio fare il punto sulla vicenda Conad/Auchan, soprattutto dopo la conferenza stampa che si è tenuta a Milano lo scorso 18 dicembre. In primo luogo qualche numero: Auchan perde un milione al giorno. Da tanto tempo. I francesi che pensavano di conquistare l’Italia come Napoleone hanno sbagliato tutto: dapprima le scelte merceologiche, nel tentativo di proporre agli italiani i prodotti d’Oltralpe. Non se li filava nessuno i prodotti made in France. Vista la mala parata, si sono subito tirati indietro e hanno collocato sugli scaffali prodotti nazionali a go go. Spesso senza criterio.

Hanno poi continuato a puntare sugli ipermercati quando il format era ormai defunto. Un caso clamoroso sono i due Auchan che si trovano sulla superstrada Milano – Lecco. Due mostri di cemento a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro. Il primo, quello di Cinisello Balsamo, è chiuso da tempo. Quello di Monza non vive giorni felici. Strategie e scelte sbagliate che hanno portato al collasso. Così si rischiava il fallimento. Una Waterloo con morti e feriti.

Da tempo perciò i francesi cercavano disperatamente un acquirente. E’ arrivato Conad. Per fortuna. In altre regioni si aspetta con ansia il cavaliere bianco. Vogliamo parlare, ad esempio, di Fortè, l’hard discount siciliano di proprietà di Meridi, gruppo guidato da Nino Pulvirenti. Lì la situazione è drammatica. L’incubo del fallimento è vicino. E ben 500 dipendenti rischiano il posto di lavoro.

Ritorniamo a Conad, un’azienda italiana. Non la solita multinazionale predona o il fondo d’investimento che se ne fotte dei livelli occupazionali ma che mira solo a fare cassa per poi rivendere. Una catena che ha un piano industriale ben preciso. Voleva espandersi al Nord e ha trovato in Auchan un’occasione per sviluppare la sua rete nell’area più ricca del paese. Imprenditori seri che laddove sono presenti – leggi Centro Sud – sono sempre ai primi posti come vendite e fatturato.

Certo, l’acquisizione è un progetto complesso. Molte le questioni scoperte. C’è il nodo dei dipendenti. La stragrande maggioranza verrà salvata e ricollocata nei supermercati Conad. Altri punti vendita sono stati ceduti a Carrefour, Esselunga, Penny market. Si sta cercando di fare di tutto per salvarne il più possibile, secondo quanto ha dichiarato Francesco Pugliese. C’è il nodo dei circa mille dipendenti della sede centrale Auchan di Rozzano (Mi). Nodo difficile da sciogliere. Fatemi dire però che ce ne sono tanti qui che pettinano le bambole tutto il giorno. Fancazzisti della prima ora che tiranneggiavano i fornitori con pretese spesso assurde. E mi fermo qui. Al contrario, ho conosciuto e apprezzato buyer corretti e professionali. Una sana pulizia, in questo caso, appare più che mai giusta e doverosa.

Più in generale, pensare di riuscire a sbrogliare una matassa così complicata a impatto occupazionale zero è una follia sindacale. Gli esuberi ci saranno. Speriamo siano contenuti al massimo. Pugliese ha ragione e il suo teorema, spiegato nei dettagli nella conferenza stampa di cui sopra, mi ha convinto.

Un corollario: i fornitori non devono assolutamente pagare per errori commessi da altri. Pugliese ha affermato che la storia del 20% era una fake news. Mah, mi ricorda Luciano Moggi, direttore sportivo della Juventus tanti anni fa. Era alla Domenica Sportiva e gli chiesero se Zidane era in procinto di lasciare la squadra. Rispose: “Mai e poi mai. E’ e rimane una bandiera della Juve”. La mattina dopo Zidane firmava per il Real.

Angelo Frigerio

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