Milano – ll futuro del regime di quote che limita le superfici dei vigneti in Europa spacca ancora le istituzioni Ue. Secondo l’opinione degli stati membri dell’Unione Europea, i diritti d’impianto, destinati a sparire dopo il 2015, rappresentano uno strumento efficace di regolazione per contrastare la delocalizzazione della produzione verso zone economicamente più favorevoli, a profitto solo dei grandi del mercato vinicolo e a detrimento di una viticoltura contadina ad alto impiego di manodopera ed equamente distribuita nei territori. La loro liberalizzazione fa oggi molto discutere e viene vista come un danno da buona parte dei produttori del settore. Per risolvere la questione, nelle scorse settimane Italia, Francia, Spagna, Germania e Portogallo, seguite dalla Grecia e dagli altri stati membri, hanno preparato una dettagliata proposta per mantenere il regime attuale dotandolo della flessibilità necessaria a non ingessare la competitività del settore. Al vaglio, nella proposta, anche la fissazione, dopo il 2015, di un limite massimo annuale di produzione a carattere temporaneo. (ST)
Viticultura: la proposta sui diritti d’impianto dei paesi Ue
RepartoGrafico2012-09-12T11:07:00+02:0012 Settembre 2012 - 10:44|Categorie: Vini|Tag: vini; viticultura; diritti d'impianti|
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