London (Uk) – Il settore zootecnico è sempre più minacciato dai cambiamenti climatici. Secondo le previsioni del Climate risk tool del Fairr (l’organizzazione inglese ‘Farm animal investment risk and returns’), i costi causati dal riscaldamento globale – in primis l’introduzione delle tasse sulle emissioni di anidride carbonica ma anche l’aumento dei prezzi dei mangimi – dovrebbero comportare, entro il 2030, una diminuzione di 23,7 miliardi di dollari dell’Ebit (vale a dire gli utili prima degli interessi e delle tasse) per le 40 maggiori aziende di allevamento del mondo. Tra le aziende con il rischio di perdite più importanti: Jbs (Brasile), Tyson Foods (Usa), WH Group (Cina) e Cal-Maine (Usa). Il Nord America sarà la regione più colpita, con aziende che vedranno i margini di profitto diminuire in media dell’11%. “Gli investimenti in carne e prodotti lattiero-caseari potrebbero finire, a meno che le aziende non agiscano per affrontare il rischio climatico”, ha commentato Jeremy Coller, presidente di Fairr. “Le aziende di carne devono adattarsi rapidamente oppure ne pagheranno il prezzo, con investitori sempre meno disposti ad assumersi il rischio finanziario. […] Per mitigare l’evidente rischio, le aziende zootecniche dovrebbero adottare un approccio scientifico ed esplorare nuove strategie, compresa la diversificazione di prodotti con alternative plant based”.
Carne: produttori minacciati dal cambiamento climatico
Margherita Luisetto2023-04-18T13:58:30+02:0019 Aprile 2023 - 08:00|Categorie: Carni|Tag: cambiamento climatico carne, produttori carne, riscaldamento globale|
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