Frutta e ortaggi: CSO Italy analizza il sentiment del consumatore

2025-04-10T08:54:56+02:0010 Aprile 2025 - 08:54|Categorie: Ortofrutta|Tag: , |

Ferrara (Fe) – Cso Italy, il Centro servizi ortofrutticoli, presenta la ricerca ‘Frutta e verdura tra percezione e realtà’. Lo studio parte dalla consapevolezza che in questi anni c’è stata un’importante crisi dei consumi a volume (dal 2021 al 2023 un calo del 14%, pari a -816mila tonnellate) e l’obiettivo è analizzare l’atteggiamento del consumatore nei confronti dell’ortofrutta.

Qualche dato emerso. I maggiori consumatori di frutta sono le donne: il 23% del campione femminile ne mangia più di tre volte al giorno, sono perlopiù donne che seguono diete veg o vegetariane. I consumatori che mangiano meno di un frutto al giorno hanno un’età inferiore ai 49 anni. Il 2% ha escluso dalla dieta sia la frutta che gli ortaggi, mentre il 19% consuma meno di un frutto al giorno e il 17% meno di un ortaggio al giorno. In crescita nei giovani la percentuale di coloro che seguono una dieta iperproteica, quasi al 10% del totale.

La ricerca ha confermato che c’è bisogno di informare meglio e di più: solo il 20% degli intervistati si ritiene soddisfatto delle informazioni sul prodotto che trova nel punto vendita, e sono in molti a volere più informazioni sulle caratteristiche organolettiche, sui diversi usi e sui benefici per la salute. Il prezzo è certamente una componente fondamentale; lo si evince dal fatto che il 60% degli intervistati quando acquista ortofrutta preferisce il punto vendita dove è performante il rapporto qualità-prezzo e oltre il 50% del campione ritiene comunque l’ortofrutta cara. In questo ambito c’è però una conferma importante: la spesa per l’ortofrutta percepita dal consumatore è molto diversa da quella reale, perché la metà degli intervistati afferma che l’incidenza della spesa di ortofrutta sia elevata, quando sappiamo che incide solo per il 4% sulla spesa complessiva di una famiglia.
“Sono emersi anche tanti aspetti positivi”, ha precisato il direttore Elisa Macchi, “che riguardano in modo particolare il fatto che il consumatore riconosce salubrità, gusto e qualità alla nostra ortofrutta, prediligendo quella italiana e rispettandone quindi la stagionalità. Soprattutto è emerso che quando la qualità è riconosciuta la leva del prezzo diviene meno importante”.

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