Il virologo Roberto Burioni torna a parlare di latte crudo: “È pericoloso. Per la produzione di formaggi occorre applicare metodiche che uccidano i batteri”

2025-05-12T13:52:45+02:0012 Maggio 2025 - 13:52|Categorie: Formaggi|

Trento – “NO LATTE CRUDO!”. Così scrive il virologo Roberto Burioni sul proprio profilo X, dopo un recente fatto di cronaca che si è verificato in Trentino. Domenica 5 maggio è infatti morta una donna di 39 anni al sesto mese di gravidanza. La causa del decesso è stato uno shock settico iperacuto, infezione che può essere causata da Escherichia Coli, batterio che si può trovare anche nel latte crudo e nei suoi derivati. Il virologo, che spesso si espone sui rischi correlati al consumo di latte crudo, è tornato a parlarne in un’intervista al Corriere del Trentino.

“Purtroppo, tra le mode attuali, c’è quella di pensare che bere latte crudo sia più sano. C’è gente che dice contenga più nutrienti, che protegga da malattie. Non discuto sul gusto, ma dobbiamo dire con chiarezza che è molto pericoloso”, spiega Burioni. “Consumarlo è un’imprudenza sempre, ma farlo bere a bambini, donne incinte o persone non in perfetta salute è un rischio gravissimo: ogni anno muoiono decine di persone per questa imprudenza”. “Se un formaggio è a latte crudo ma durante la produzione vengono applicate metodiche che uccidono i batteri, non costituisce pericolo”, precisa il virologo. “Ma se un formaggio, soprattutto fresco, non è fatto con latte pastorizzato, non ha una lunga stagionatura o non viene scaldato, rimane pericoloso”.

“Non ci sono opinioni diverse: il latte crudo è pericoloso. I divieti sono una scelta politica”, aggiunge Burioni. “Se qualcuno vuole vendere questi prodotti, deve mettere un cartello: ‘Attenzione, è molto pericoloso per la salute’. Se lo si vieta solo ai bambini sotto i 10 anni, la gente penserà che un adolescente possa consumarlo in sicurezza, il che non è vero”. Il virologo suggerisce infine ai malgari e ai produttori di formaggi di utilizzare latte pastorizzato. “Non bisogna arrecare danno alle aziende”, spiega. “Basta pastorizzare il latte, non ci vuole niente”.

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