Sermide (Mn) – Nelle ultime settimane il prezzo del burro nei Paesi Ue è in calo. Lo rivelano dati del portale di analisi di mercato Clal.it, secondo cui le ragioni sarebbero da riscontrare probabilmente in un aumento delle scorte, a fronte di una domanda in lieve affanno. La maggior produzione nel primo semestre 2025, unita alle minori vendite di burro e panna sia verso i Paesi comunitari sia extra-Ue, avrebbe infatti generato un aumento delle giacenze di circa 60-70 mila tonnellate in equivalente burro.
Il prezzo del burro europeo, secondo le rilevazioni Clal.it, è più elevato rispetto a quello di altri grandi player mondiali: gli ultimi dati dell’export globale evidenziano un prezzo medio Ue di 9,86 $/Kg (8,39 euro/kg), superiore rispetto ad altri grandi produttori come la Nuova Zelanda (7,59 $/Kg, 6,46 euro/kg), che è leader mondiale, e altri player emergenti come l’India (6,25 $/Kg, 5,31 euro/kg) e gli Stati Uniti (5,04 $/Kg, 4,29 euro/kg). Un simile divario penalizzerebbe l’Ue, che starebbe cedendo quote di mercato non solo alla Nuova Zelanda, sempre più protagonista nel burro, ma anche agli Stati Uniti. In effetti, la stessa Ue ha incrementato le importazioni da Nuova Zelanda, Usa e Ucraina.
“Vedere calare il prezzo del burro e della crema a settembre è davvero insolito. Negli ultimi anni il mercato ci ha insegnato che non esistono più regole, limiti e stagionalità nella formazione del prezzo, e quello che sta accadendo ne è la prova”, ha commentato su Clal.it Gian Battista Brazzale, presidente dell’azienda casearia Brazzale e di Assocaseari. “La difficoltà maggiore oggi, per chi deve prendere decisioni, è capire quale possa essere il prezzo minimo e quale il massimo: abbiamo perso completamente qualsiasi riferimento storico. Guardando alle prossime settimane, è probabile qualche ulteriore ribasso“.