Roma – L’onorevole Giuseppe Castiglione, capogruppo di Forza Italia in Commissione Agricoltura alla Camera, ha rivolto un’interrogazione ai ministri Lollobrigida e Giorgetti sul mercato del vino dealcolato. “Uno studio realizzato dalla Commissione europea stima il tasso di crescita del vino dealcolato al 25% nei prossimi anni, spinto dalle nuove tendenze di consumo e dal favore dei giovani”, scrive il deputato azzurro. “Nel 2021 l’Unione europea ha emanato il regolamento (Ue) 2021/2117 che autorizza la produzione e commercializzazione di vino parzialmente o totalmente dealcolato all’interno dell’Unione europea; il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha recepito le istanze provenienti da tutta la filiera nazionale, adottando il decreto ministeriale attuativo, n. 672816 del 20 dicembre 2024, per definire le modalità di produzione, di detenzione e l’etichettatura dei prodotti vitivinicoli che possono essere sottoposti a un trattamento di dealcolazione; il decreto legislativo 28 marzo 2025, n. 43, ha introdotto nel ‘testo unico accise’ (decreto legislativo n. 504 del 1995) l’articolo 33-ter, volto a disciplinare, dal punto di vista del regime fiscale, la produzione di vino dealcolato; in tale articolo è prevista l’adozione di un decreto interministeriale del Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per disciplinare le condizioni di autorizzazione alla produzione, quelle inerenti all’assetto del deposito fiscale e le modalità semplificate di accertamento e di contabilizzazione”.
Questo lo stato dell’arte. “A oggi, però, tale provvedimento risulta ancora in fase di definizione, generando incertezza normativa e ostacolando di fatto l’avvio su larga scala della produzione in Italia di vini ‘no-low alcohol‘, in assenza di un chiaro inquadramento fiscale del sottoprodotto alcolico derivante dal processo di dealcolazione; uno studio dell’Osservatorio Unione italiana vini ha rilevato che il 70% del valore delle vendite dei prodotti low alcohol negli Stati Uniti è tricolore. Ma l’80% dei ricavi finisce alle imprese statunitensi; lo stesso Osservatorio ha recentemente rilevato che l’export di vino italiano negli Stati Uniti ha registrato una brusca frenata nei mesi di luglio e agosto 2025 con un calo del 28 per cento, nonostante i produttori abbiano ridotto i listini medi di circa il 17 per cento per contenere gli effetti dei dazi”. Castiglione domanda dunque “quali siano i tempi di adozione del decreto interministeriale previsto dall’articolo 33-ter, comma 2, del ‘testo unico accise’ di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, stante la necessità di intervenire in favore del settore del vino, ampliando le possibilità offerte dal mercato in questa fase congiunturale negativa”.