Roma – I consumi delle arance sono in calo a livello nazionale. I prezzi sono cresciuti, negli ultimi cinque anni, di 25 punti. Stabilità, invece, sia sul fronte produttivo che su quello delle importazioni. È la sintesi della fotografia del settore delle arance scattata da Monitor Ortofrutta di Agroter riportata da Italia Fruit News.
Secondo l’Istat le superfici italiane ad arancio sono stabili a 85mila ettari per una produzione media annua di 1,6 milioni di tonnellate. Valori che consentono all’Italia di rimanere nella top 10 mondiale (guidata da Brasile, India e Cina). Nel Bel Paese, la Sicilia è il primo produttore, seguita da Calabria, Puglia e Basilicata. Nel 2023 l’Italia ha importato 187mila tons, per lo più da Spagna e Sud Africa, mentre sul fronte export i volumi si aggirano intorno a 107mila tonnellate annue, mantenendo la bilancia commerciale in rosso, nonostante l’arancia sia uno dei prodotti identitari del Made in Italy ortofrutticolo.
Sul fronte dei consumi, gli acquisti domestici a volume, negli ultimi cinque anni, segnano -8%, con una netta accelerazione nell’ultimo anno. Tuttavia, sono evidenti differenze sostanziali in funzione del canale di vendita: a fronte del dettaglio tradizionale, che subisce un tracollo di 17 punti percentuali, troviamo i supermercati che segnano una perdita di soli 7 punti, ma soprattutto i discount che continuano a registrate buoni risultati di vendita. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, si nota un exploit di tutti i canali nell’ultimo biennio, che chiude a +25%, con il discount che registra +30%.