Roma – Il raccolto 2024-2025 ha messo in commercio oltre 26 milioni di chili di Arance rosse di Sicilia Igp, di cui 3,1 milioni di chili di prodotto bio. Il risultato resta in linea con il raccolto dell’annata precedente, nonostante le difficoltà dovute agli eventi climatici, tra forti venti, siccità e alluvioni. Nello specifico l’Arancia rossa di Sicilia Igp destinata al commercio fresco ha registrato 21.297.358 di Kg (nella stagione 2023-2024 erano stati circa 600mila kg in più a fronte di un raccolto superiore), mentre per quanto riguarda il prodotto destinato all’industria c’è stata una lieve flessione con i 4.874.780 kg (7.039.879 kg nella stagione precedente).
Come fanno sapere dal Consorzio di tutela a sorprendere è anche il valore di mercato che è cresciuto a fronte di un prezzo all’origine in aumento. “Un riconoscimento ai produttori dovuto al continuo miglioramento della qualità, oltre a un posizionamento del prodotto sempre maggiore, anche nei mercati internazionali, grazie all’impegno promozionale del Consorzio di tutela e grazie al marchio Igp, quello su cui stiamo lavorando adesso, anche con i progetti di ricerca sulle varietà, è la possibilità di allungare la campagna di raccolta al fine di arrivare con il fresco anche fino a maggio inoltrato, così come ci è richiesto dalla Gd”, sottolinea il vicepresidente del Consorzio, Salvatore Scrofani.
Germania e Francia restano i mercati stranieri di riferimento (rispettivamente con il 29% e 23% di quota export), ma crescono altri Paesi come il nord Europa e il Regno Unito e da qualche anno stanno crescendo le richieste dagli Usa.
In significativo aumento, poi, il fenomeno dell’online con già oltre 20 aziende che hanno attivato un canale di e-commerce arrivando a vedere quasi 200 mila Kg attraverso questo sistema. La richiesta online arriva per il 20% dall’estero, l’80% dall’Italia, in particolare dal centro-nord.
Nel 2024 l’Arancia Rossa di Sicilia Igp è al terzo posto per valore e produzione tra i prodotti ortofrutticoli italiani a marchio IG secondo i dati dell’ultimo rapporto Ismea-Qualivita (nel 2023 era al quinto).