Assoesercenti: in Sicilia, tra il 2013 e il 2024, chiusi circa 8.500 negozi. L’alimentare è il settore più colpito

2024-10-08T11:55:29+02:008 Ottobre 2024 - 11:55|Categorie: Mercato, Retail|Tag: , , , |

Palermo – In Sicilia, tra il 2013 e il 1° semestre 2024, sono spariti circa 8.500 negozi, incluse le 61.662 imprese al dettaglio cessate tra il 2013 e il 1° semestre del 2024. Nel 1° semestre 2024 si è registrato un calo di consistenza di circa lo 0,80% rispetto al 2023. Questo il dato negativo emerso dall’ultimo rapporto pubblicato dal Centro Studi Assoesercenti Sicilia sui numeri forniti da Infocamere.

Tra i settori maggiormente colpiti figura la vendita di generi alimentari che con 16.870 cessazioni rappresenta il 27,37%, seguito dell’abbigliamento con 13.914 cessazioni pari al 22,56%. Tra le principali città siciliane, Palermo sia la più colpita, con una diminuzione delle attività commerciali al dettaglio del 13,32% (2.969 imprese in meno) in 10 anni.

Le cause? Non si limitano al lockdown. L’aumento costante delle vendite online, l’espansione della grande distribuzione e il cambiamento delle abitudini di consumo, con sempre più persone che preferiscono mangiare fuori casa, hanno contribuito in modo significativo alla contrazione del settore commerciale, si legge in una nota ufficiale. A cui si aggiunge, come sottolinea il presidente di Assoesercenti Sicilia Salvo Politino, “la guerra in Ucraina e Palestina con le conseguenti crisi energetiche ed inflattive (e il successivo innalzamento dei tassi) che hanno portato alla moria di imprese che abbiamo registrato con la nostra indagine”. “Per favorire una ripresa”, continua Politino, “è fondamentale puntare su efficienza e produttività, con un focus sull’innovazione e una rielaborazione dell’offerta. Bisogna ridare il valore alla rete dei piccoli negozi per la popolazione e il valore della prossimità sia per la funzione di servizio che per il contributo che è in grado di dare al miglioramento della qualità della vita nei contesti urbani”.

 

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