Cala l’export avicolo inglese per effetto della Brexit: -69% verso l’Ue nel primo trimestre 2021

2021-07-06T11:56:40+02:006 Luglio 2021 - 11:56|Categorie: Carni|Tag: , |

London (Uk) – Nel primo trimestre del 2021, le esportazioni complessive di pollame dal Regno Unito all’Ue sono diminuite del 69%. Secondo le statistiche del governo inglese, il pollo ha registrato una diminuzione a volume del 62% e un calo a valore del 67%, passando da circa 90 milioni di sterline a 30 milioni di sterline. Alla base della caduta ci sono le difficoltà della burocrazia dovute alla Brexit. Poiché la Gran Bretagna è ora classificata come ‘paese terzo’, le imprese britanniche sono soggette a una lunga serie di requisiti imposti su import/export, compresi i controlli sanitari e fitosanitari internazionali (Sps). Per combattere questa situazione, il British Poultry Council (Bpc) chiede al governo di lavorare urgentemente su tre fronti: negoziare una forma di mutuo accordo veterinario con l’Ue per allentare i problemi di commercio di alimenti e mangimi; rendere più agevole la burocrazia, riducendo tempi e costi, e includendo un sistema di documentazione elettronica end-to-end integrato; rivedere i requisiti per l’ispezione e la certificazione. “La burocrazia del commercio di ‘paesi terzi’ sta erodendo la capacità e la redditività dell’esportazione di prodotti di origine animale nell’Ue e negli Stati Uniti”, spiega Richard Griffiths, amministratore delegato di Bpc. “Se i settori esportatori, compreso quello della carne di pollame, devono sopravvivere e prosperare in base all’accordo commerciale e di cooperazione (Tca) stabilito dalla Gran Bretagna, vanno predisposte nuove modalità di gestione del sistema per garantire la redditività del business britannico in futuro”. I dati diffusi da NFU (National Farmers Union) mostrano che il Regno Unito nel 2019 esportava il 19% del volume totale di pollame prodotto. Di questo, il 70% raggiungeva l’Ue, per un valore di 192 milioni di sterline.

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