Milano – Centromarca, associazione italiana dell’Industria di marca, ha presentato dati sulle tendenze d’investimento delle industrie associate raccolti attraverso l’edizione autunnale del suo Osservatorio Congiunturale, redatto in collaborazione con Ref Ricerche. In un contesto di elevata incertezza, determinata da tensioni geopolitiche e forte pressione sui conti economici, unitamente all’effetto dell’elevata volatilità dei prezzi delle materie prime, dell’alto costo di energia e trasporti e dell’inflazione di origine esogena, le industrie di marca mantengono gli investimenti.
Quest’anno il 36,8% delle aziende associate ha aumentato gli investimenti rispetto agli anni precedenti, il 52,1% li ha mantenuti allo stesso livello, l’11,1% li ha ridotti. Le prime cinque voci di investimento segnalate dalle aziende sono: impianti, macchinari, veicoli (71,8% del campione); pubblicità (69,2%); software (54,7%); retail media (31,6%); intelligenza artificiale e big data (26,5%). Positive anche le previsioni per il 2026: il 62,4% delle industrie associate a Centromarca afferma di mantenerli invariati rispetto al 2025; il 30,8% ha pianificato di aumentarli; il 6,8% prevede una riduzione.
“Siamo un attore importante del sistema economico italiano”, rileva Vittorio Cino, direttore generale Centromarca, “contribuendo a generare 87,2 miliardi di valore condiviso nella filiera del largo consumo confezionato (pari al 4,2% del prodotto interno lordo) e una contribuzione fiscale di filiera di 28,7 miliardi di euro, che corrisponde al 5% delle entrate tributarie. La nostra capacità di innovare ed evolvere in sintonia con le esigenze del consumatore sostiene l’attrattività delle categorie di prodotto in una fase di ridotto potere d’acquisto delle famiglie. È in virtù del nostro ruolo trainante nella filiera che in queste settimane abbiamo sottoposto al Governo proposte di policy che consideriamo fondamentali per la crescita, insieme alla richiesta di un piano di sviluppo pluriennale specifico per il settore del largo consumo”.
