Milano – In Italia continua la crescita del mercato biologico. Che lo scorso anno ha raggiunto i 7,5 miliardi di euro (export compreso), guadagnandosi così un ruolo chiave nel panorama internazionale. Nel 2019, in Europa l’Italia si trovava al primo posto per export (2,4 miliardi di euro) e aziende di trasformazione (21.419), al secondo per produttori agricoli (70.540), al terzo per vendite al dettaglio (3,6 miliardi di euro) e superfici (1,99 milioni di ettari), al sesto per quota delle superfici bio sulla Sau totale (16%). Questo è quanto emerge dalla 15esima edizione del rapporto Bio Bank, pubblicato nei giorni scorsi, che fornisce una fotografia di 3.700 attività biologiche censite nel 2020. Nell’arco di tempo tra 2016 e 2020, però, le attività bio dei tre canali monitorati (e-commerce, ristoranti, negozi) sono cresciute in modo differente, mettendo a segno in totale un incremento solo del 4,6%. Erano 2.265 nel 2016, e sono cresciute a 2.370 nel 2020. Più nello specifico, al primo posto si confermano i siti di e-commerce di alimenti bio. I quali hanno realizzato una crescita a doppia cifra pari al +67,8%. Un trend ulteriormente ampliato dalla pandemia. Al secondo posto, poi, si posizionano le attività di ristorazione, con una crescita di appena il 3,1% (516 nel 2016 contro 532 nel 2020). Subiscono, invece, un consistente calo (-9,3%) i negozi specializzati, che in cinque anni scendono da 1.423 a 1.291.
