Lo scorso 13 novembre, a Lavis (Trento), abbiamo incontrato Alessandro Penasa, direttore generale, e Marco Penasa, responsabile vendite e marketing di DAO (Dettaglianti Alimentari Organizzati). La cooperativa trentina conta oltre 280 punti vendita in tutto il Trentino Alto-Adige e nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Bergamo e Brescia. Nel 2004 ha avviato una partnership con Conad, di cui è diventata centro distributivo per il Nordest.
La storia di DAO è profondamente legata al territorio. Come è evoluto nel tempo questo legame?
Possiamo dire che l’essenza stessa di DAO è il rapporto col territorio. Siamo nati nel 1962 a Trento città, poi ci siamo allargati a tutto il Trentino, poi all’Alto Adige. Questo territorio è stato ed è ancora il cuore di DAO. A un certo punto, però, abbiamo scelto di andare anche verso Verona, Vicenza e Belluno. È stata una scelta duplice: ampliare i territori e misurarci con aree più sfidanti, fuori dalla nostra comfort zone e dove la competitività è forte.
Il fatto di avere anche negozi molto piccoli comporta difficoltà logistiche?
Se guardiamo i key performance indicator puri, sì: è più complicato e più oneroso. Ma il primo obiettivo di un punto vendita piccolo è essere un negozio di servizio. È vero che, in termini di redditività, saranno sempre perdenti, ma sono anche quelli che danno il polso del territorio. E come cooperativa, sentiamo il dovere sociale di restituire al territorio ciò che ci dà.
C’è un tema caldo oggi nella Gd: le chiusure domenicali. Qual è il vostro punto di vista?
La vera sfida non è schierarsi pro o contro le chiusure domenicali, ma ricercare la sostenibilità. Da un lato c’è il cliente, che vorrebbe il negozio aperto 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Dall’altro c’è il dipendente, che deve avere una vita familiare e una conciliazione dei tempi. Certo, se ci fosse un intervento legislativo chiaro – si chiude la domenica, oppure no – ci adegueremmo: dura lex, sed lex. Ma senza interventi normativi dobbiamo prendere atto che la società cambia e che servono soluzioni diverse. Perché il problema non è solo la domenica: è anche chiudere alle 8 o alle 9 di sera. Riuscire ad ampliare gli orari mantenendo un buon equilibrio è la vera sfida. E su questo la tecnologia può aiutare molto.
In che modo?
L’autonomous store ‘Prendi e Vai’ di Tuday Conad, ad esempio, è stato un esercizio nato proprio con questo obiettivo: da un lato dare vita a un piccolo negozio nel quale il cliente può entrare quasi quando vuole e, allo stesso tempo, garantire orari migliori ai collaboratori. La tecnologia consente di ridurre il lavoro umano in alcune fasce – quelle meno redditizie e anche più ‘sfortunate’ per la vita personale – sia la mattina presto sia la sera tardi. Lo stesso può valere per la domenica: una migliore organizzazione e un migliore approvvigionamento permettono di dedicare la domenica soprattutto alla vendita, senza tutta la parte di manutenzione del negozio. Ecco perché, di fatto, sull’apertura domenicale noi siamo neutrali: non è un tema che possiamo dominare. Quello che possiamo fare, invece, è investire per trovare soluzioni che rendano questa tendenza compatibile con il benessere dei nostri collaboratori.
Qual è il fatturato complessivo e quali sono i dati più recenti sulle vendite?
Nel 2024 il fatturato DAO si è attestato a circa 349,7 milioni di euro e per il 2025 è prevista una crescita fino a 360 milioni di euro. A livello di Gruppo, la proiezione 2025 è di raggiungere i 399 milioni di euro, con un incremento del 4,9%. Da qualche anno stiamo lavorando molto sul concetto di ‘qualità del fatturato’. Tre o quattro anni fa abbiamo avviato un percorso con tutti i nostri soci: mantenere sì una forte identità territoriale e di valori, ma anche diventare competitivi con i grandi player della distribuzione. Non vogliamo chiuderci nella nostra ‘riserva indiana’. Questo significa dialogare di più con i soci, condividere stile e obiettivi, aprire punti vendita nuovi e più sostenibili nel lungo periodo. Così immaginiamo la DAO del futuro.
L’intervista integrale sarà pubblicata sui numeri delle riviste di gennaio 2026.