Roma – L’export di pasta made in Italy verso gli Stati Uniti ha registrato un calo del 21% nel primo mese di entrata in vigore dei dazi del 15% imposti da Trump. Lo segnala un’analisi di Coldiretti – Centro Studi Divulga diffusa in occasione del World Pasta Day (25 ottobre).
Il dato è particolarmente significativo considerando che, negli ultimi dieci anni, le esportazioni di pasta italiana sono quasi raddoppiate, superando nel 2024 i 3 miliardi di euro. La crescita è stata trainata sia dai mercati Ue (+68%) sia da quelli extraeuropei (+86%), con gli Stati Uniti al secondo posto tra i principali acquirenti mondiali (281mila tonnellate), dopo la Germania.
L’analisi evidenzia inoltre un rischio ulteriore: gli Usa potrebbero introdurre una tariffa antidumping del 91,74% contro una quindicina di marchi italiani, tra cui La Molisana, Garofalo, Rummo e Liguori, oggi sotto inchiesta da parte del Dipartimento del Commercio estero americano. I produttori hanno già avviato ricorsi legali, mentre la Farnesina e il Ministero dell’Agricoltura stanno seguendo il dossier. Il ministro Francesco Lollobrigida ha definito “inconsistenti” le accuse di dumping, annunciando un incontro con il commissario europeo al Commercio il 31 ottobre per affrontare le criticità legate alla politica tariffaria statunitense.