Torino – L’aumento esponenziale del prezzo del gas e delle materie prime lascia presagire uno scenario alquanto critico per l’industria agroalimentare. Ad affermarlo è Antonio Baravalle, Ad di Lavazza, sulle pagine di Repubblica: “L’attuale tsunami preannuncia un biennio estremamente complesso. E non parlo solo del 2022, ma soprattutto del 2023. Per fare un esempio, lo scorso anno abbiamo realizzato il record di Ebidta raggiungendo gli oltre 300 milioni di euro. Nel 2022, a parità di volumi, avremo 350 milioni aggiuntivi, e nel 2023 ce ne aspettiamo altri 200 milioni”. A causare tale incremento, oltre all’aumento del prezzo dell’energia e del gas, necessario per far andare le tostatrici, è anche il costo del caffè (+80%), che incide per il 75% sul prezzo finale di una confezione da 250 o 500 g. C’è poi il fronte caldo del cambio euro-dollaro e della quasi parità delle due valute. “Il caffè si acquista in dollari alla Borsa di New York. Tanto per dare un’idea, noi compriamo ogni anno circa un miliardo di dollari di caffè: significa che un centesimo di differenza sono 10 milioni aggiuntivi di costo, 10 centesimi sono 100 milioni”.
