Milano – Uno studio pubblicato su Animal ha confrontato le emissioni di gas serra generate da diversi sistemi di allevamento – bovini da latte e carne, suini e polli da carne – distinguendo tra fonti biogeniche e fossili.
Attraverso il metodo Life Cycle Assessment (analisi del ciclo di vita), i ricercatori hanno analizzato oltre 140 aziende, valutando le emissioni di metano (CH₄), protossido di azoto (N₂O) e anidride carbonica (CO₂) per ogni chilogrammo di proteina prodotta. La CO₂ risulta il gas più emesso (10–27,6 kg/kg proteina), ma il CH₄ mostra la maggiore variabilità: gli allevamenti di vitelloni da carne producono fino a 72 volte più metano rispetto a quelli avicoli. Protossido di azoto e anidride carbonica presentano invece minori differenze tra i sistemi.
Il metano deriva soprattutto dalle fermentazioni ruminali, mentre N₂O e CO₂ sono legati alla produzione e all’uso di mangimi e fertilizzanti. I ruminanti risultano i principali emettitori di CH₄, con i vitelloni da carne ai vertici, seguiti da bovini da latte in montagna e pianura.
Ogni sistema produttivo presenta quindi un profilo emissivo specifico, che richiede strategie di mitigazione mirate. e l’aumento dell’efficienza produttiva può ridurre CH₄ e N₂O, risulta invece poco efficace per la CO₂, legata alle fonti fossili e ai processi energetici aziendali.