• Esportazioni di carne suina

Export italiano: bene l’alimentare (+9,8%), ma rimane l’incognita dazi. L’analisi Istat

2025-04-14T11:17:38+02:0014 Aprile 2025 - 11:15|Categorie: Mercato|

Roma – Un’Italia divisa tra buone performance in alcuni comparti e crescenti rischi sul fronte internazionale. Questo il quadro evidenziato dalla tredicesima edizione dell’analisi Istat sulla competitività dei settori produttivi, che fotografa lo stato di salute delle imprese italiane e delle filiere industriali nel contesto internazionale. Nel 2024, Stati Uniti, Unione Europea e Cina hanno rappresentato insieme oltre il 43% del commercio mondiale. In questo scenario, l’Ue si conferma l’area con il maggior volume di scambi a livello globale (15,6%), anche considerando esclusivamente quelli esterni al mercato unico. Parallelamente, si è rafforzato l’asse commerciale tra Ue e Usa, mentre i rapporti con la Cina hanno subito un ridimensionamento.

Gli Stati Uniti si attestano come principale mercato di sbocco extra-europeo per i prodotti Made in Italy (21,2%) e la prima destinazione degli investimenti esteri dell’Italia. In questo quadro complesso, solo sei settori su ventidue hanno registrato un incremento delle esportazioni. Tra questi spiccano la gioielleria (+19,6%), l’industria alimentare (+9,8%) e il comparto farmaceutico (+9,5%).

Le recenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti contribuiscono a mantenere alta l’incertezza. Dopo l’annuncio dell’introduzione di nuovi dazi, l’amministrazione Trump ha deciso di sospenderne l’applicazione per 90 giorni nella maggior parte dei casi. Una tregua temporanea che però non allontana del tutto lo spettro di un’escalation protezionistica. Secondo l’Istat, i settori maggiormente esposti al rischio sono quelli della manifattura, dei macchinari, dell’automotive, dell’agroalimentare, del vino e dell’abbigliamento. I principali impatti colpirebbero le multinazionali, ma anche le Pmi rischiano di subire effetti negativi nel tempo.

Secondo Luca De Benedictis, direttore del dipartimento di Economia, Statistica e Impresa dell’Università Mercatorum, è fondamentale evitare risposte ritorsive e puntare su accordi bilaterali e diversificazione dei mercati: “Un approccio ritorsivo, con dazi su dazi, potrebbe solo peggiorare la situazione, come dimostra l’esperienza della crisi degli anni ’30”.

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