Fiere: lo stato dell’arte

2021-10-22T16:46:07+01:0022 Ottobre 2021 - 16:46|Categorie: Aperture del venerdì|

Al via Tuttofood, Host e Meat-Tech. In formato ridotto rispetto all’epoca pre-Covid. Sullo sfondo, l’eterna contesa Parma-Milano. E l’esigenza di una sola manifestazione nazionale.

Inizia oggi Tuttofood. L’edizione 2021, in scena a Fiera Milano fino al 26 ottobre, sarà ovviamente di dimensioni ridotte. Gli espositori sono 946, con alcuni settori ai minimi storici. Salumi, carni e lattiero caseario in primis. Due anni fa, invece, erano presenti ben 3.079 espositori e al termine dell’evento Fiera Milano ha comunicato il passaggio di oltre 82mila operatori (77% dall’Italia e 23% dall’estero). Vedremo come andrà quest’anno, ma è chiaro che tutto il comparto fieristico non può sperare nel ritorno di folle oceaniche a breve. Del resto, la ‘corazzata’ Anuga ha perso 100mila visitatori (70mila nel 2021 contro 170mila nel 2019) e circa il 40% degli espositori. E non è detto che il minor flusso sia un male, intendiamoci. È la qualità dei contatti, non la quantità, a fare la differenza. Meglio pochi operatori, ma profilati. È il modello Plma di Amsterdam: non a caso l’evento, quest’anno in scena a dicembre, riscuote sempre consensi altissimi. Un successo replicato da Marca Bologna, sia per la collocazione strategica a gennaio, quando ricomincia l’anno, sia perché è l’unico evento in cui espongono industria e distribuzione. E ormai la marca privata è solo un pretesto, si sa. Come conferma la presenza di aziende con la private label a quota zero virgola. Ma torniamo a Tuttofood: guardando la mappa della fiera, balza all’occhio la presenza ‘monstre’ di Host, con 11 padiglioni contro i cinque del food&beverage. La fiera b2b dedicata alle tecnologie e alle attrezzature per l’Horeca, con al suo interno Meat-Tech, farà la parte del leone. Tutto questo in virtù della gran voglia di ripartenza del comparto ristorazione e ospitalità. Ma anche della sostanziale assenza di concorrenti: Tuttofood, invece, arriva dopo due big del calibro di Cibus e Anuga. Già, i competitor: nei giorni scorsi è arrivato un comunicato un po’ criptico sull’alleanza tra Fiere Parma e Koelnmesse. Si cita il networking con i buyer europei ed esteri in previsione di Cibus 2022. Si parla di Expo Dubai, aperto dal 1° ottobre, di Italian Sounding e dello stand di Federalimentare ‘Authentic italian check point’, con l’obiettivo di segnalare le imitazioni sospette. Sottolineando che Anuga e Cibus sono “le uniche fiere internazionali con questo servizio”. Nella nota c’è poi un focus sulle tecnologie con Cibus Tec Forum (a Parma dal 25 al 26 ottobre 2022) incentrata sui trend del meccano alimentare e quindi il lancio di Cibus Tec, dal 24 al 27 ottobre 2023. Sullo sfondo, si conferma l’eterna contesa Cibus-Tuttofood. La pandemia ha fatto emergere l’esigenza, non più rimandabile, di un’unica manifestazione che possa diventare un punto di riferimento per tutto il settore a livello mondiale. Da qui, nelle scorse settimane, una serie di incontri fra i vertici delle due fiere. Da una parte Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere Parma, e dall’altra Luca Palermo, amministratore delegato di Fiera Milano (con un passato in Federlegno, leggi Salone del Mobile), con la benedizione di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. L’accordo era stato raggiunto: un’unica manifestazione a Milano, in maggio negli anni pari, gestita da Cibus. Un secondo evento più light negli anni dispari a Parma, puntando sulle nostre eccellenze Dop e Igp. Tutto a posto, tutto in ordine? Nemmeno per sogno, questa volta il diavolo che ci mette la coda risponde al nome di Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna. È lui che sta bloccando tutto invocando una tutela degli eventi regionali. Una posizione sovranista che denota una scarsa visione globale. Significa continuare a dare spazio ad Anuga e Sial. Secondo voci solitamente bene informate, però, Bonaccini avrebbe recentemente ammorbidito la sua posizione. Che sia arrivato il momento di seppellire l’ascia di guerra?

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