Grano: con la guerra Russia-Ucraina, la Cina diventa il primo produttore mondiale

2025-03-03T10:07:56+02:003 Marzo 2025 - 10:07|Categorie: Grocery|

Roma – Il conflitto Russia-Ucraina ha determinato ricadute significative nel comparto agricolo, ridisegnando le dinamiche produttive. Il perdurare del conflitto ha determinato una riduzione del -30% nella produzione agricola di grano ucraino – che è passata da 33 milioni di tonnellate del periodo 2021-2022 a 23 milioni nel 2023-2024 – e un incremento nella produzione russa di grano del +22% – da 75,2 milioni di tonnellate a 91,5 milioni -. I dati, evidenziati nel rapporto ‘Tre anni di guerra’ realizzato dal Centro studi Divulga, rilevano dunque un nuovo quadro produttivo mondiale: la Cina oggi è al primo posto (con 136,6 milioni di tonnellate), seguita da Ue (135,1 mln), India (110,6 mln) e Russia (91,5 mln).

Lo studio evidenzia anche una nuova egemonia nelle scorte di materie prime agricole. La Cina ricopre un ruolo primario, detenendo il 51% delle scorte mondiali di grano. Le stime per l’annata agraria 2024-2025 prevedono una riduzione dal 6 al 4% per l’Ue, mentre la quota di scorte mondiali per gli Usa e la Cina è prevista in aumento, rispettivamente all’8 e al 53%. Gli effetti della guerra hanno determinato cambiamenti anche sulle scorte di mais, per le quali la Cina rappresenta, nel 2024, il 65% a livello mondiale.

Come si legge nel rapporto, le oscillazioni nell’offerta di grano e mais da parte dei principali player mondiali e le variazioni delle scorte, si ripercuotono soprattutto sui prezzi pagati agli agricoltori. In Italia si sono verificati dei picchi nei prezzi all’ingrosso per il granoturco e il frumento che non sono stati a beneficio della fase agricola poiché assorbiti da dinamiche di mercato. Dopo questi rialzi le quotazioni hanno fatto registrare forti cali: a gennaio 2025 il prezzo del grano duro ha registrato una contrazione del 40% rispetto allo stesso mese del 2022 arrivando a 334,5 euro/tonnellata, così come quello del grano tenero arrivato a 263,5€/tonnellata (-17,4%) e quello del mais arrivato a 258 euro/tonnellata (-10,4%).

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