Milano – Secondo le rilevazioni del sito Clal.it, specializzato in analisi di mercato, il 2025 conferma una trasformazione profonda del settore bovino europeo, con la Francia – storico fornitore dell’Italia – al centro di un forte ridimensionamento produttivo. Il patrimonio zootecnico francese è, infatti, in calo strutturale: dai 19 milioni di capi allevati nel 2005 si è scesi ai 17 milioni del 2024, con una perdita di 2,4 milioni di bovini (-13%). Una flessione che si riflette anche sulla produzione di carne, diminuita del 18% in vent’anni, pari a 280mila tonnellate in meno.
L’Italia, che dipende in larga parte dalla Francia per l’approvvigionamento di animali vivi – il 63,6% dei bovini da 12 a 24 mesi allevati e macellati nel nostro Paese proviene da allevamenti francesi – inizia a risentire di questa contrazione. Nei primi otto mesi del 2025 le importazioni di bovini vivi hanno registrato un calo del 5,3%. Il dato non include ancora gli effetti del blocco temporaneo alle esportazioni francesi tra fine ottobre e inizio novembre (leggi qui) imposto dopo i casi di dermatite nodulare bovina. Le conseguenze di questa interruzione si faranno sentire sulla disponibilità di capi in Italia nei prossimi sei o sette mesi.