Trento – “Abbiamo voluto fare una scelta di trasparenza sia nei punti vendita direttamente gestiti, sia nelle Famiglie Cooperative e di corretta informazione al consumatore”. A parlare è Luca Picciarelli, direttore di Sait, la cooperativa che in Trentino gestisce il marchio Coop, in merito alla scelta di segnalare con evidenza i prodotti a latte crudo nei banchi per la vendita a libero servizio. In un articolo apparso su Il T Quotidiano, giornale online autonomo del Trentino Alto Adige, Picciarelli spiega: “Non è solo una questione di cartellini posizionati sulle forme di formaggio in vendita, gli addetti sono stati formati per consigliare al meglio i clienti esplicitando quelli che sono i consigli degli esperti”.
Secondo quanto si legge su Il T Quotidiano, gli operatori della Sait, e non solo, hanno già osservato un calo delle vendite dei formaggi a latte crudo. Recentemente, infatti, tre bambini hanno riscontrato problemi di salute in seguito al consumo di questi prodotti, che sono successivamente stati ritirati dal mercato.
Il portale Ruminantia, infine, fa sapere che alcuni caseifici hanno preferito cessare la produzione di formaggi a latte crudo, sostituendolo con latte pastorizzato, a eccezione naturalmente dei prodotti Dop o Pat. Mentre il Consorzio del Puzzone di Moena ha già adottato una dicitura preventiva: “Non adatto a bambini con meno di 10 anni, donne in gravidanza e immunodepressi”.
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