Monaco di Baviera (Germania) – Nella classifica dei rischi più temuti dalle aziende di tutto il mondo, pandemie, catastrofi naturali e cambiamenti climatici scendono di posizione mentre attacchi informatici, inflazione, crisi energetica e possibile recessione destano le maggiori preoccupazioni. Questa è la fotografia scattata da Allianz Risk Barometer 2023.
Gli incidenti informatici sono il rischio più sentito dalle aziende a livello globale (34%), a pari merito con l’interruzione dell’attività e della supply chain. Seguono i cambiamenti macroeconomici (25%), e la crisi energetica (22%). Le catastrofi naturali (19%) e i cambiamenti climatici (17%) sono scesi in classifica, anche se restano tra le principali preoccupazioni (soprattutto per gli agricoltori), e sono anche tra le maggiori cause di interruzione dell’attività subito dopo ai rischi informatici. Anche un’eventuale recessione sarebbe fonte di interruzione, con il rischio di fallimento e insolvenza dei fornitori. Preoccupano, inoltre, la guerra e le interruzioni dovute a scioperi e disordini civili. La pandemia, invece, desta minore preoccupazione (7%): i vaccini hanno permesso di affrontarla, e le aziende si sono attrezzate per ridurre i rischi della supply chain.
In Italia, per le imprese del settore food & beverage, le principali paure riguardano l’interruzione di attività (44%), i rischi informatici (37%) e la crisi energetica (30%). Considerando l’ambito della vendita al dettaglio e all’ingrosso, nel nostro Paese i principali timori riguardano l’interruzione delle attività (42%), i cambiamenti nello scenario macro economico (31%) e i rischi informatici (28%); nuovi fattori di rischio per questo settore sono la crisi energetica (22%) e gli incendi (17%).