Roma – Nel primo semestre 2024, il bilancio delle vendite all’estero dei prodotti agroalimentari italiani e dei vini made in Italy ha raggiunto i 34 miliardi di euro, segnando un incremento del +7,1%. Il dato, pubblicato da Ismea, rende sempre più concreta la prospettiva di raggiungere quota 70 miliardi entro la fine dell’anno. “Una crescita significativa”, sottolinea Ismea, “in contrasto con il calo complessivo delle esportazioni nazionali di beni e servizi (-1,1%)”.
Dal report si evince che le esportazioni italiane sono aumentate in maniera generalizzata verso la maggior parte delle destinazioni: spicca la crescita a doppia cifra negli Stati Uniti (+17%) – dove l’aumento è stato trainato da vini, spumanti, olio evo e pasta – e in Giappone. Tra i principali mercati di sbocco, Ismea segnala: Germania, Francia e Stati Uniti – che si confermano ai primi tre posti -, seguiti da Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio, Polonia e Austria.
A livello merceologico, i vini in in bottiglia (+2%) confermano il primato tra i prodotti più esportati, con un peso del 7,6% sul totale e un valore di 2,6 miliardi di euro. Bene anche gli spumanti, che raggiungono quasi 1,1 miliardi di euro (+7%). Tra i comparti in crescita, spiccano: l’olio di oliva (+64% a valore); i derivati dei cereali (+8%), guidato dai prodotti di panetteria e pasticceria, più che dalla pasta; i formaggi stagionati (+7,5%) e quelli freschi (+6%); le carni trasformate (+8,9%) e quelle fresche (+7,9%).
Sull’altro fronte della bilancia commerciale, le importazioni sono cresciute a un ritmo inferiore (+1,4%). Sono aumentati in modo consistente gli acquisti di caffè non torrefatto (+12%) e olio di oliva (+33%).